"PERCHÉ FALCONE?"

Chi sono gli uomini dalle “menti raffinatissime” di cui tanto parlava?


"Giovanni Falcone"
Sabato 23 Maggio 1992 alle 17:48 atterrano i magistrati Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo a Punta Raisi, di ritorno da Ciampino. E' li che iniziano gli ultimi istanti delle loro vite. A prendere i due magistrati ci sono gli uomini della scorta con tre Croma blindate. 
Alle 17:50 si immettono nell'autostrada. La Croma marrone guida il viaggio, con all'interno gli agenti di scorta Vito Schifani alla guida, Antonino Montinaro e Rocco Di Cillo. Al centro la Croma bianca con Giovanni Falcone alla guida, Francesca Morvillo al suo fianco e l'agente di scorta Giuseppe Costanza dietro. A chiudere la coda è la Croma azzurra guidata dall'agente Gaspare Cervello insieme a Paolo Capuzzo e Angelo Corbo. Nel tragitto Giuseppe Costanza parlando con Falcone, gli domandò se il lunedì successivo lo avrebbe dovuto prendere con la Croma bianca, e improvvisamente il magistrato fece un gesto inaspettato. Tolse le chiavi dalla macchina mostrandole all'agente seduto nel retro chiedendo se si stava riferendo a quella macchina. Quel gesto improvviso fece distanziare le due auto da quella guidata da Vito Schifani. 

"Giovanni Falcone (in alto), da sinistra Francesca Morvillo,
Rocco di Cillo, Antonino Montinaro, Vito Schifani"
Sono le 17:58 quando, in prossimità dello svincolo per Capaci, 500 kg di tritolo situati in un canale di scolo esplodono facendo letteralmente saltare in aria l'autostrada. 
La prima auto della scorta sbalzò a decine di metri dal luogo dell'esplosione, mentre l'auto di Falcone, grazie al folle gesto del magistrato non esplose e andò a sbattere contro un enorme muro di terra innalzatosi a seguito della detonazione, rimanendo gravemente danneggiata. Immediatamente gli agenti Angelo Corbo, Gaspare Cervello e Paolo Capuzzo scesero impugnando le armi e accerchiando l'auto di Falcone, che in quel momento stava agonizzando, in attesa di un probabile agguato mafioso per dare il colpo di grazia. Non ci fu, ma ciò non tolse l'enorme strage appena compiuta da parte di Cosa Nostra.
I 3 uomini della scorta non vedendo la prima auto immaginarono stessero chiamando i soccorsi. Tutt'altro. 
La sera in ospedale scoprirono che gli unici sopravvissuti di quel sabato erano loro 3 insieme a  Giuseppe Costanza, l'agente nella macchina di Falcone. Vito, Antonino e Rocco morirono sul colpo saltando in aria con la macchina. Giovanni Falcone morì in ospedale la sera stessa, mentre la moglie Francesca Morvillo morì il mattino seguente. 
Ma torniamo ai giorni d'oggi, in questo anno dove ricorre il 25° anniversario delle stragi di Capaci e via d'Amelio.
Giovanni Falcone è morto. Ammazzato dalla mafia, ma prima ancora da noi. Noi che ci vantavamo di sostenerlo ma che nel vero momento del bisogno ci siamo girati dall'altra parte. Giovanni è morto ucciso non dal tritolo ma dall'indifferenza. Veniva attaccato da ogni fronte, criticato per ogni sua idea e ogni sua scelta. 
Ora mi rivolgo a tutti coloro che stanno leggendo. Fatevi alcune domande. Domandatevi  chi sapeva che Falcone era atterrato a Punta Raisi a quell'ora? Chi ha fornito il tritolo? Perché non ammazzarlo mentre era a Roma? Perché commettere una strage?
"Strage di Capaci"
Chi sono gli uomini dalle “menti raffinatissime” di cui tanto parlava? Chi sono i mandanti esterni della sua morte?
Fatevi queste domande. Fatevele e cercate le risposte, ma non nelle televisioni, non nei giornali, non nelle radio perché non ne parlano. Cercatele in quelle persone che, come gli agenti di scorta sopravvissuti, hanno visto la morte in faccia.
A tutti coloro che stanno leggendo faccio un ultima domanda: chi ha voluto uccidere Falcone?

Di Jamil El Sadi

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