GIORNALINO "APRILE 2021" - USCITA SPECIALE ONLINE!


L ' A C A R O  -  A N N O  V I I I -  N.  I I I  -  A P R I L E  2021



 

Ciao ragazzi, siamo contenti di presentarvi questo nuovo numero del giornalino! Vi auguriamo di passare una Pasqua serena in compagnia dei vostri cari e speriamo che potremo presto rivederci a scuola!
 
Se volete partecipare al prossimo giornalino, saremo contentissimi di ricevere articoli, disegni, vignette, Ipse Dixit, poesie, o qualunque cosa vogliate condividere a: hannibalacaro@hotmail.it !

i Caporedattori
Francesco Efrem Bonetti, Valeria Maria Luzi, Letizia Maria Petracci

 

 

ATTUALITÀ




Cento di Sciascia

Di Elisa Bacalini

“La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini.” 

Il cavaliere e la morte, 1988

Di Elbloggers - Camera dei deputati, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=3057931


L’8 gennaio di 100 anni fa nacque a Racalmuto, in provincia di Agrigento, Leonardo Sciascia, una delle grandi figure del Novecento italiano ed europeo. Nel 1943 lavora come impiegato negli uffici per l’ammasso obbligatorio del grano, attività che lo ad incontrare la realtà del mondo contadino. Successivamente insegna senza troppo entusiasmo alla scuola elementare della cittadina natia. In questo periodo si avvicina alla scrittura: nel 1950 pubblica “Favole della dittatura” e nel 1952 “La Sicilia”, il suo cuore, e collabora con diversi quotidiani. Nel 1957 abbandona l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno all’attività letteraria.

Nel 1961 comincia a dedicarsi a quello che diverrà il tema prevalente nella sua produzione letteraria: il genere “giallo”

In Sciascia questo acquista un carattere di denuncia etica e sociale: lo scrittore è infatti maggiormente interessato alla descrizione delle cause economiche e sociali dietro ai delitti, piuttosto che alla loro risoluzione. Per far ciò, si serve di una scrittura scarna ed essenziale, venata di ironia (egli viene definito “scrittore di pamphlet”) che eredita rimandi del romanzo storico e realista aggiungendoci elementi del racconto poliziesco. Così si susseguono romanzi che consolidano la fama dello scrittore agrigentino: Il giorno della civetta (1961), A ciascuno il suo (1966), Il contesto (1971), Todo modo (1974), Il cavaliere e la morte (1988) e Una storia semplice (1989), da cui spesso sono tratti film di pari successo.

Oltre all'attività di scrittore Sciascia porta avanti anche quella di giornalista, collaborando a fasi alterne con "La Stampa" e il "Corriere della Sera", e scrivendo su alcune testate minori siciliane. L'impegno civile di questo periodo trova proprio nell'unione tra cronaca di fatti reali e scrittura d'autore il canale di comunicazione con il pubblico: del 1975 è La scomparsa di Majorana, mentre nel 1977 Candido è un amaro rendiconto autobiografico (mascherato attraverso il rimando letterario a Voltaire) delle delusioni della politica. Nel 1978 poi L'affaire Moro indaga, con la formula del racconto-inchiesta, i retroscena del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro, oltre che sue riflessioni sul fenomeno del terrorismo, suscitando varie polemiche. 

Passato nel 1980 nelle fila dei Radicali, Sciascia dedica gli ultimi anni di vita alla saggistica storico-letteraria e allo studio del fenomeno mafioso, come nell'occasione del maxiprocesso palermitano a Cosa Nostra del 1986, nato dalle dichiarazioni del "pentito" Tommaso Buscetta. 

L’autore si spegne a Palermo il 20 novembre 1989.

Sciascia si rivela fin da subito narratore e saggista con un forte interesse per la realtà politica e sociale: egli utilizza i suoi scritti come strumento di denuncia dei mali che travagliano la sua Sicilia, descritta nelle sue luci ed ombre, e la nazione intera. 

Di rilievo nelle sue opere sono la componente ''storica'', le riflessioni sulla memoria e la sensibilità per il folklore siciliano. Sullo sfondo la mafia, non solo quella che “tratta” a suon di colpi di lupara, ma anche quella fatta d’atteggiamenti ed intimidazioni, più pericolosa e subdola, che si alimenta con la paura collettiva.

Scrittore, politico, giornalista, è stato un intellettuale "a tutto tondo", capace di prevedere la storia d'Italia, di viverla in prima persona e di raccontarla nei suoi libri.



Amanda Gorman: è nata una star

Di Marta Antonelli

By Chairman of the Joint Chiefs of Staff from Washington D.C, United States - 210120-D-WD757-2531, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=99649528

 

“For there is always light,

if only we’re brave enough to see it

If only we’re brave enough to be it.”

(Traduzione:)

“Perché ci sarà sempre luce,

Finché saremo coraggiosi abbastanza da vederla.

Finché saremo coraggiosi abbastanza da essere noi stessi luce.”

 

 

Questi sono gli ultimi versi di “The Hill we climb”, la poesia recitata dalla ventiduenne americana Amanda Gorman alla cerimonia di insediamento del neo presidente americano Joe Biden lo scorso 20 Gennaio. Milioni di americani a partire dal presidente e dalla vicepresidente Kamala Harris sono stati rapiti dalle parole della giovane poetessa, che con la sua breve performance è stata capace di varcare i confini americani e arrivare ai cuori di milioni di spettatori in tutto il mondo. 

Il 20 Gennaio la Gorman si è esibita insieme ad artisti del calibro di Lady Gaga, Jennifer Lopez, Katy Perry ed è riuscita comunque a reggere il confronto e a brillare nella sua semplicità, portando con sé soltanto il suo sorriso, il suo iconico cappotto giallo e una performance toccante. Dopo la cerimonia d’insediamento il suo nome è apparso su migliaia di copertine, “The Hill we climb” ha ottenuto un successo oltre ogni aspettativa e i suoi account social hanno visto un incremento di quasi tre milioni di followers in soli quattro giorni. 

Ma chi è Amanda Gorman al di fuori della cerimonia d’insediamento del presidente Joe Biden?

Amanda Goman è una poetessa e attivista politica californiana, laureata in sociologia ad Harvard con il massimo dei voti, prima vincitrice del premio “National Youth Poet Laureate” (“Giovane Poeta Nazionale” nel 2017). Successivamente Amanda è stata scelta per inaugurare la stagione letteraria della Biblioteca del Congresso, diventando così la prima “neo-poetessa” a ricoprire un ruolo così importante durante quest’evento; con la partecipazione al giuramento di Joe Biden è anche diventata la più giovane ad aver recitato una poesia in una cerimonia di insediamento. 

Infine Amanda Gorman, cavalcando l’onda del suo successo, è arrivata perfino al Super Bowl, la finale di football americano che ogni anno è seguita in diretta da milioni di spettatori, evento famoso soprattutto per i suoi spettacoli nell’intervallo in cui i più grandi cantanti pop si esibiscono in performance stravaganti, cariche di adrenalina e assolutamente fuori dal comune. Perciò con “Chorus of the Captains”, il 7 Febbraio 2021, Amanda è divenuta la prima persona invitata a leggere una poesia al Super Bowl. 

Ciò che colpisce di più del suo percorso, oltre ai suoi importantissimi e noti traguardi, è forse un evento correlato alla sua storia personale, infatti Amanda Gorman per anni non è stata in grado di leggere le sue stesse poesie a causa di difficoltà all’udito e di pronuncia di alcune lettere (come per esempio la “r” di poetry), ostacolo che ha brillantemente superato durante gli anni dell’università. Questa sua caratteristica la accomuna inaspettatamente al presidente Joe Biden che con molti sforzi è riuscito a superare la sua balbuzie. 

In un periodo in cui gli occhi di tutto il mondo sono rivolti verso l’America, la giovane Amanda Gorman si è fatta strada grazie al suo talento e alla sua magnifica personalità. Alla cerimonia di insediamento di Biden, Amanda ha esordito con queste parole: “Mr.President, dr. Biden, Madame Vice President, mr. Emhoff, Americans and The World.” ed è bastata questa prima dedica per coinvolgere milioni di persone nel discorso che avrebbe intrapreso pochi secondi dopo. 

Con le sue poesie Amanda ha inaugurato quella che potrebbe essere una nuova era per l’America, incarnando perfettamente gli ideali, le aspirazioni e il modello positivo del neo-presidente. Ha mostrato al mondo in pochi versi la storia di una “magra ragazza afroamericana” (come lei stessa si è definita) e la storia di un grande Paese che è finalmente pronto a mettere da parte le differenze, a incamminarsi verso un percorso nuovo di crescita e unione. 

Amanda Gorman ha portato sul palco della Casa Bianca in primo luogo speranza, poi anche gli ideali di libertà, fratellanza, democrazia. E’ importante però allontanarsi per un momento dal contesto politico che inevitabilmente condiziona ma contraddistingue “The Hill we climb”, una poesia composta dopo mesi di rivolte, eventi sconvolgenti come l’assalto a Capitol Hill, in un periodo in cui il mondo e l’America in particolare sono sconvolti dalla pandemia, e concentrarsi invece sugli ultimi versi del componimento: la poetessa parla di mostrare coraggio ed essere la luce stessa che possa illuminare un periodo così buio, e proprio lei ha mostrato al mondo un po’ della luce che serve. 

Performance del 20 gennaio: https://www.youtube.com/watch?v=LZ055ilIiN4

Performance Super Bowl: https://www.youtube.com/watch?v=-ejbSCjg2qo&t=10s



L’assalto a Capitol Hill

Di Alessia Azzurro


By Tyler Merbler - https://www.flickr.com/photos/37527185@N05/50812356151/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=98641393
Come la maggior parte di noi sa, il 6 gennaio di quest’anno alcuni sostenitori dell’ex presidente Donald Trump, hanno preso parte alla manifestazione “Save America March” e hanno circondato il Monumento a Washington. Radunatesi hanno ripetuto teorie cospirative secondo cui le macchine per il voto utilizzate nelle elezioni erano malfunzionanti e chiedevano con la forza un nuovo conteggio dei voti. 

Tutto questo a causa della conferma della candidatura dell’ormai presidente Joe Biden. Verso le 13:00 centinaia di partecipanti alla manifestazione avanzavano verso il Campidoglio. La folla è diventata violenta subito dopo le 14:00, e verso le 14:15 le barricate attorno al perimetro, sorvegliate dalla polizia, furono violate. 

La sicurezza del Campidoglio consigliò ai membri del Congresso di mettersi al riparo, dovendo far evacuare alcuni edifici vicini. Dopo aver violato il perimetro di sicurezza, i manifestanti riuscirono facilmente a entrare ai piedi del Campidoglio: alcuni usarono funi e scale improvvisate, rompendo le finestre e spruzzando agenti chimici sugli agenti; altri manifestanti erano in possesso di bandiere confederate, simboli nazisti e si erano attrezzati con giubbotti militari ed equipaggiamento antisommossa. 

Fuori dall'edificio la folla si è scagliata contro la polizia, forando le ruote di un veicolo e lasciando un biglietto con scritto "PELOSI IS SATAN" sul parabrezza, Nancy Pelosi è una italoamericana che riveste la carica di Presidente della Camera dei Rappresentanti. Gli edifici sono stati bloccati, senza permettere l'ingresso o l'uscita delle persone. Chi era all'interno dell'edificio prima dell'irruzione della folla ha avuto l'obbligo di trasferirsi negli uffici e chiudere a chiave porte e finestre. Fu consigliato poi a chi fosse rimasto fuori di cercare riparo

Trump nei giorni precedenti aveva tenuto un discorso da dietro una barriera di vetro, dichiarando che non avrebbe mai concesso la vittoria a Biden, criticando i media e chiedendo a Mike Pence di ribaltare i risultati elettorali, lavoro che non rientra nella carica del vicepresidente. Trump ha esortato i suoi sostenitori a marciare pacificamente verso il Campidoglio, dove si stava riunendo il Congresso. 

Queste sono le parole dell’ex presidente: «Non vi riprenderete mai il nostro paese con la debolezza. Dovete esibire forza e dovete essere forti. Siamo giunti qui per chiedere che il Congresso faccia la cosa giusta e che conti solo gli elettori che sono stati nominati legalmente. So che ognuno di voi presto marcerà sul Campidoglio per far sì che oggi la vostra voce, pacificamente e patriotticamente, venga ascoltata. [...] Combattete. Combattiamo come dannati. E se non combatterete come dannati, per voi non vi sarà più un paese. [...] Cammineremo lungo Pennsylvania Avenue e andremo al Campidoglio e ci proveremo e daremo [ai Repubblicani] il genere d'orgoglio e ardore di cui hanno bisogno per riprendersi il nostro paese.»

 


Cos’è realmente successo a Capitol Hill?

Di Edoardo Zeppilli


By Tyler Merbler from USA - DSC09523-2, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=98637510
Il 10 Gennaio in America è successo un evento senza precedenti che difficilmente potrà essere cancellato dai libri di Storia: un attacco al congresso da parte dei sostenitori di Donald Trump. 

Dopo giorni di tentativi sono riuscito a contattare un ragazzo Italo-americano, nato a Napoli, ma andato via dall’Italia all’età di 3 anni, che era presente ai fatti di Capitol Hill. 

Si mostra da subito disponibile a rispondere ai miei interrogativi su ciò che ha visto. Questa intervista si tiene, dopo alcune complicazioni per via del fuso orario, in videochiamata.

Ciao Stephen, prima di tutto ti chiedo qual è il tuo nome completo?

Stephen: Il mio nome completo è lunghissimo, fidati non riusciresti a scriverlo (N.D.R.: ride sotto i baffi), ma puoi chiamarmi Stephen C.V.

Vivi a Washington o sei in vacanza/viaggio studio?

Stephen: Attualmente, sono qui in vacanza.

Eri già lì al momento dell’attacco al congresso o ti ci sei recato quando hai saputo della manifestazione?

Stephen: Beh dunque, non ero lì, ero a casa, ma comunque su Twitter è scoppiato un putiferio e quindi, per curiosità, io e i miei amici ci siamo recati lì.

Visto che ti trovavi in città già da qualche giorno, puoi dirci se era già nell’aria l’idea di una rivolta?

Stephen: Si inizia con la delusione, la rabbia. La gente si rifiuta di accettare che Trump abbia perso e continua a insistere sulla (falsa) teoria delle elezioni truccate. E quindi su Twitter sono cominciati a girare degli inviti per i repubblicani a ritrovarsi davanti al congresso su richiesta addirittura del presidente uscente. Io comunque non supporto né la destra, né la sinistra.

Se avesse vinto qualche altro candidato invece di Biden, sarebbe successa la stessa cosa?

Stephen: Penso sarebbe successo anche di peggio se avesse vinto qualche sostenitore del movimento “Black Lives Matter”, perché ancora oggi è un tema molto acceso e discusso.

Se gestite male, le rivolte del movimento “Black Lives Matter” sarebbero potute finire in modo simile?

Stephen: No, è un tema differente e anche i metodi con cui le persone manifestano sono diversi, quasi opposti, ma ci sono anche tipi di persone differenti, quindi no.

Quanto è durato l’attacco?

Stephen: Penso 2 o 3 ore, ma le manifestazioni dei sostenitori sono durate molto di più.

 Qual è stata inizialmente la reazione della polizia nei confronti dei manifestanti?

Stephen: In che senso? Scusa non ho capito.

La polizia cos’ha fatto inizialmente?

Stephen: Quando erano in pochi li bloccavano, ma poi hanno cominciato a lasciar passare. Secondo alcuni, si sono anche messi d’accordo.

Sulla base di ciò che hai visto, cosa vorresti che risultasse evidente su questa esperienza a dei ragazzi liceali?

Stephen: Beh, è stupido. Non fatelo. È una manifestazione no-sense.

Non so se hai sentito che durante la manifestazione è stata aggredita una donna di colore. Pensi che il movimento “Black Lives Matter” possa organizzare ulteriori proteste a seguito di questo avvenimento?

Stephen: Certo, ma credo che non solo loro, anche altri cittadini comuni siano indignati. Ma probabilmente saranno proteste pacifiche.

Pensi che nel momento in cui Biden si insedierà come nuovo presidente, negli USA ci sarà finalmente la pace?

Stephen: Non lo so, dipende tutto dalla situazione e da cosa accadrà nei prossimi giorni.

Ok, direi che ti ho chiesto tutto, grazie mille per la tua disponibilità.

Stephen: Di niente, grazie a te per l’attenzione, ciao (ha salutato in Italiano N.d.r.).








ANNIBAL CARO

 

 



DOPPIA INTERVISTA! 

Di Chiara Bracalente, Ilaria Censori

Lucia del Gatto


Nome: Ludovica

Cognome: Pierleoni

Età: 17 anni

Classe: IVE S.U. 


Pochi giorni fa si è celebrata la Giornata internazionale della donna, per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui esse sono state, e sono ancora, vittime in molte parti del mondo.

Secondo te è importante celebrare una giornata come questa?

Ci troviamo ad oggi in una società che si sta battendo per superare ogni tipo di pensiero arcaico, ancora prettamente legato ad una realtà misogina e fortemente impregnata di ideali associati al patriarcato. Le donne nel corso degli anni sono riuscite ad emanciparsi, a dare voce ai propri diritti, abbattendo il grande muro degli stereotipi.

Giornate internazionali come quella della donna servono a questo: a ricordare il modo in cui l'ignoranza degli uomini ha effetti sul campo reale e di come, nella storia, si è sempre avuta una grande paura nei confronti di chi dimostra di essere decisivo, ricordando che ogni tipo di discriminazione non è più accettabile né opinabile.

Come si è sviluppata la condizione della donna nel corso dei secoli? 

Dagli albori della preistoria la figura femminile veniva presa in considerazione per la sua bellezza e prosperità fisica. L’intelligenza veniva accantonata e messa in secondo piano. Per anni furono combattute lotte affinché le donne si potessero avvalere dei propri diritti di pensiero e libertà di espressione, cosa che avvenne tardivamente (basti pensare come in Italia le donne cominciarono a votare soltanto nel 1945).

Ti è mai capitato di sentirti non rispettata perché donna? Se sì, vorresti raccontarlo?

Molto spesso mi sono ritrovata a non sentirmi rispettata in quanto donna. Ci sono stati episodi nella mia vita che hanno messo in dubbio le mie capacità di pensiero, in quanto gli uomini spesso mi hanno fatto sentire inadeguata e ridicola soltanto perché esprimevo le mie idee durante una semplice conversazione e non venivo mai presa sul serio.

Cosa bisognerebbe fare per limitare la disuguaglianza di genere?

La misoginia radicata, purtroppo, esiste e la provo quotidianamente sulla mia pelle e l'unico modo, a parer mio, per poterla finalmente sradicare e superare è quello di improntare un’educazione basata sul rispetto reciproco. Inoltre, dovrebbe esserci più coesione gli uni con gli altri, bisognerebbe informarsi di più sulle notizie che riguardano il mondo, cercando di dare attenzione alle statistiche e di analizzare la realtà dei fatti per quella che è.

Ancora oggi, purtroppo, molte donne sono vittime di violenze di vario tipo; secondo te perché è ancora così, nonostante i numerosi progressi compiuti in ambito sociale?

Molti sono i fattori per cui una donna si ritrova a dover essere vittima di violenza di genere.

Il fattore primario e scatenante nasce dalla voglia di prendere il controllo sul corpo e sulle azioni della donna. Non si limita agli abusi fisici, ma spesso la violenza è verbale, psicologica, economica e sessuale.

In che modo si potrebbe incentivare la campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne?

Bisognerebbe educare la persona fin dalla propria infanzia sulla base del rispetto reciproco. Anche la scuola in questo deve avere un ruolo importante.

Cosa speri di veder cambiare nella condizione sociale delle donne in futuro?

Voglio essere fiduciosa e combattere ancora per i miei diritti. Le generazioni future dovranno essere in grado di analizzare il passato, cercando di superare questo tipo di discriminazione. Mi aspetto un futuro luminoso, privo di disuguaglianza. Un futuro in cui non esisterà più la differenza di genere, un mondo in cui le donne arriveranno al pieno della loro posizione in più ambiti.  


Nome: Isabella

Cognome: Ciccola

Età: 18 anni

Classe: IVE S.U.

Secondo te è importante celebrare una giornata come questa?

Ora come ora sì, anche se credo che sia molto triste che debba esistere una giornata per ricordare la celebrazione della donna. Una volta, un ragazzo mi chiese: “Ma se deve esserci parità, perché non esiste una festa dell’uomo?”. 

La festa della donna non ha il compito di elevare le donne, ma di far capire che devono essere rispettate come lo è un uomo. Se questa cosa già accadesse, non avremmo bisogno di questa giornata.

Come si è sviluppata la condizione della donna nel corso dei secoli?

La donna ha acquisito molti diritti nella storia, come il diritto al voto o quello di abortire, ma purtroppo ancora oggi non si riesce ad arrivare ad uno stato di completa parità tra i due sessi, basti pensare che siamo ancora considerate il sesso debole.

Ti è mai capitato di sentirsi non rispettata perché donna? Se sì, vorresti raccontarlo?

Sì, molte volte mi sono sentita fischiare dietro, come se fossi una specie di cagnolino, oppure ho sentito frasi del tipo “Sei forte, per essere una donna!” o ancora “Questo è un lavoro da uomini”. Inutile dire che non credo che ormai esistano lavori riservati solo a uomini o solo a donne.

Cosa bisognerebbe fare per limitare la disuguaglianza di genere?

Bisognerebbe portare informazione, bisognerebbe istruire i bambini sin da piccoli e far capire loro che una donna non deve essere ridotta a semplice casalinga, il cui unico compito è stare dietro ai figli. La società in cui viviamo si dichiara “moderna”, ma ci sono ancora troppe persone con ideologie fortemente maschiliste.r

Ancora oggi, purtroppo, molte donne sono vittime di violenze di vario tipo; secondo te perché è ancora così, nonostante i numerosi progressi compiuti in ambito sociale?

Purtroppo, il cambiamento parte dall’individuo e non dal sociale. Il primo legame che si ha con il mondo è quello che ti fornisce la famiglia, quindi è normale che se un bambino viene cresciuto in un ambiente maschilista e fortemente patriarcale avrà molte più possibilità di crescere secondo quei principi e trasmetterli, a sua volta, ai propri figli. È molto difficile cambiare visione, quando per tutta la vita ti viene presentata una certa realtà.

In che modo si potrebbe incentivare la campagna di sensibilizzazione sulla violenza sulle donne?

Parlandone ancora di più, usando i mezzi di comunicazione come Internet, la televisione e i social media. Magari anche l’organizzazione di eventi sociali pubblici sull’argomento sarebbe un buon punto da cui partire.

Cosa speri di veder cambiare nella condizione sociale delle donne in futuro?

Spero di vedere donne pagate quanto gli uomini, mi piacerebbe non sentire “Ha per caso intenzione di avere figli?” ad ogni colloquio di lavoro che faccio, vorrei poter uscire indossando quello che voglio senza avere paura di attirare attenzioni indesiderate e, soprattutto, vorrei vedere donne più libere di prendere decisioni per quanto concerne il proprio corpo e la propria sfera personale.



Era una notte buia e tempestosa PT. 3

Di Matteo Baldassarri

La stanza della nave da crociera era povera, ma abbastanza ampia da lasciare spazio a Pierre Ferrachue per lavorare al caso della (sua) giacca insanguinata; Castillon, invece, se ne stava steso sul letto, a leggere una delle riviste della nave.

Ma guarda qua… Pierre! Leggi qua! Questa storia, che si chiama –Era una notte buia e tempestosa parte 2–. Dovrebbe essere una storia divertente, ma non fa per niente ridere! Era molto meglio il primo episodio! Peccato, mi stava piacendo la trama…”

“Ti pare il caso, Castillon? Sto esaminando la mia giacca, unica prova del nostro mistero, e tu stai leggendo quelle storielle da quattro soldi??? Piuttosto vieni qua, c’è un problema”

“Che genere di problema?”

“Guarda!” disse indicando la spalla della sua giacca “Non c’è più la traccia di sangue! Sparita, come se niente fosse! La nostra unica prova!”

Castillon osservò con sguardo attento la camicia che Pierre aveva esaminato per svariati quarti d’ora.

“Ho trovato la macchia di sangue” disse Castillon

“Davvero? Dove? DOVE?”

“Sulla giacca che indossi…”

“Oh. Ah. Ecco perché non la vedevo. Bene, ora che l’abbiamo trovata… cosa dovremmo farci?”

“Eri tu quello che ieri parlava di agire fuori dagli schemi eh”

“Non è vero”

“Leggi qui allora”

Pierre aguzzò la vista su quel giornale che Castillon stava leggendo. “Ma toh! Sì, l’ho detto proprio io! Chi si ricordava?”

“Quindi” incalzò Castillon “Quale sarebbe il tuo piano?”

Pierre ci pensò per un po’

“…ci sono dei maggiordomi in una nave da crociera?”

“Intrigante la domanda, ma poco professionale come piano”

Pierre si rassegnò “Mi sa che dobbiamo tentare di lavorare seriamente allora…”

“Ma pierre” disse sorpreso Castillon “questa storia deve essere divertente, non possiamo mica essere seri…”

“Lascia fare allo scrittore. Non sembra, ma se si impegna è bravino”

I due quindi lavorarono a testa bassa, esaminando in tutto e per tutto quelle poche prove materiali e visive che avevano, lavorando senza sosta, se non consideriamo pasti, cinema, intrattenimenti vari e le visite nelle città in cui si fermava la crociera. 

Ma alla fine trovarono qualcosa. Qualcosa di incredibile, che avrebbe sconvolto tutto, e che li avrebbe portati vicini alla soluzione del caso.

CI SONO DEI MAGGIORDOMI NELLA CROCIERA!” esclamò Castillon “Cosa aspetti? Forza! Interroghiamoli uno ad uno!”

E ora tutti starete ridendo per la bassa professionalità e concretezza di un’azione simile. Purtroppo, dato che quei poracci non avevano proprio nemmeno uno straccio di prova, la dea bendata ha avuto pietà di loro, anche se da bendata non li vedeva. Bah.

Il punto è che, interrogando i maggiordomi, i due investigatori scoprirono dati incredibilmente utili, che nemmeno loro si aspettavano. Tutto d’un tratto, il quadro era più chiaro che mai.

Non persero un istante, si diressero subito verso la porta della cabina dove si sarebbe trovato di sicuro il colpevole, fermandosi solo al chiosco della porchetta, che era stato installato sul ponte su grande richiesta. Alla fine arrivarono: cabina 612.

Bussarono insieme alla porta.






CAFFÈ... 


... In English... 




ITALY IN THE UK 

by Valeria Maria Luzi

Nowadays, when we think about languages, we immediately realize how the english language is affecting our dictionary a little bit more every day. Words such as “internet”, “download”, “app”, “okay” are part of our life and we do not even think they’re not Italian words! 

Nevertheless… What about italian words in the english language? After 5 months in the UK, I’ve realized Italy is lots more present in England than I thought. Let’s sneak a peek!  


Many Italian words were imported in the early 20th century. These “loan words”, directly borrowed by English speakers from the Italian language, apply to many areas of Brits lives. Although food and music seem to be the sectors mostly dominated by Italian terms, literature, the arts and the booming American movie industry have been highly affected too. 

I’ve listed some examples: 

-Fiasco: this word entered English in the 19th century; meaning: a complete failure.

-Con carne: this expression is written on every single nutritional table, to suggest whether that specific food/ spyce suits a meal “con carne”.

 -Gran finale entered English in the mid-18th century; it indicates the last part of a piece of music or event.

 -Scenario entered English in the late 19th century and it is used a lot in the business studies and literature (I met this word one million times at least!); it means a written outline of the plot and scenes of a novel, film or stage work; a postulated sequence of events.

-Al dente; in Italy this term is used the exact same way it is used in the English language, as the culinary term for slightly undercooked pasta or rice. 

-Lava: this word started being used in English in the 18th century, influenced by the Neapolitan dialect. It has the exact same meaning in both Italian and English, and refers to the boiling hot molten rock erupting from a vulcano (another italian word used quite frequently!) 

-Influenza (a particularly relevant word these days…). Although in English influenza is solely used to describe a viral respiratory infection, in Italian it has the same meaning as the word influence. Note that the word flu also comes from influenza, as its short form. 

-Bravo!! This word is used after a show to congratulate the performer and by the performer himself to thank the audience for the attention. It is used very frequently in schools as well, when the teacher wants to highlight the capacity of one of the pupils. 

Hence, I can say that the beautiful Italian culture's influence on the English language is still strong and is reflected on this selection of terms. Did you know all of them?




... And in Italian... 




Donne senza paura

Di Celeste Maria Ruta e Benedetta Brandani

 

“Le donne hanno un unico difetto, a volte si dimenticano di quanto valgono”

Lucia del Gatto

L’8 marzo di ogni anno si festeggia la Festa della donna. È stata scelta questa data perché in questo giorno dell’anno 19
08, nella fabbrica “Cotton” di New York è scoppiato un incendio e le donne che vi lavoravano rimasero uccise. I motivi per cui si celebra, però, sono altri: il diritto di voto, le conquiste sociali, la fine delle discriminazioni e delle violenze. 

In Italia, nel settembre del 1944, nacque l'UDI, Unione Donne in Italia, e fu proprio l'UDI a prendere l'iniziativa di celebrare, l'8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera. A Londra nello stesso periodo veniva approvata una Carta della donna che conteneva richieste di parità di diritti e di lavoro. Con la fine della guerra la festa venne celebrata in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa. 

Molte donne hanno lottato e lottano tutt’ora per il bene dell’umanità, per i diritti, per bloccare le violenze e non sempre sono ben accette, anzi, molte volte queste vengono uccise perché vanno contro alcuni principi dello Stato. 

Un esempio è Rosa Parks, un’attivista statunitense che nel 1955 non volle cedere il posto di un autobus a un “bianco”, diede origine al boicottaggio dei bus a Montgomery, in seguito fu arrestata. Da allora è conosciuta come “The Mother of the Civil Rights Movement”.

Un’altra tra le più conosciute è Madre Teresa di Calcutta, una religiosa di fede cattolica che fondò la congregazione religiosa delle Missionarie della carità. Lei si batté per i diritti e si prese cura dei "più poveri dei poveri" e di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società, tutte quelle persone che sono diventate un peso per la società e che sono fuggite da tutti. Il suo lavoro instancabile le valse numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Nobel per la Pace ed è stata proclamata santa da papa Francesco. 

Oggi abbiamo una giovane ragazza che si batte per avere un futuro migliore e per darlo a noi tutti: Greta Thunberg, un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. Greta è la fondatrice del movimento studentesco internazionale “Fridays for Future” che ogni venerdì riunisce gli studenti delle scuole di tutto il mondo per combattere il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici. 

“Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne” Maya Angelou



La misteriosa figura della volpe in Giappone

Di Elisa Bacalini

Lucia del Gatto


Kitsune, volpe, nella mitologia giapponese appartiene alla categoria degli Youkai, i demoni. Vengono venerate come se fossero delle divinità per le abilità loro attribuite, ma anche grazie alla vicinanza al dio Inari: stando infatti alle credenze popolari, le volpi sono le messaggere del kami shintoista della fertilità e dell’agricoltura. 

Secondo la tradizione possono distinguersi in due principali tipologie: le zenko, con la traduzione letteraria di “volpi buone”, sono benevoli e al servizio di Inari, e le yako, le “volpi di campo”, dalle intenzioni malvagie.

Le origini: È difficile risalire alle origini di questa affasciante creatura: i primi racconti sono racchiusi nella raccolta Konjaku monogatarishū (794-1185), sebbene diverse leggende e narrazioni provengano dai paesi vicini di Cina e Corea. Anche qui è una figura di grande rilievo, dove prende il nome di Kumiho in Corea e di Huli Jing, lo spirito volpe a nove code cinese.

Nella mitologia: Si credeva che questi animali possedessero una grande intelligenza, vivessero a lungo ed avessero poteri magici. Tra questi, quello principale è quello di assumere le sembianze di un essere umano, prevalentemente di una bellissima donna, una dolce giovane o un anziano: si dice che possa farlo raggiunta una determinata età. Tale fenomeno è denominato Kitsunetsuki: per riconoscere un posseduto era necessario scrutarne attentamente i tratti del viso, i cui lineamenti sarebbero stati leggermente mutati in volpe. Nel periodo Heian questo iniziò ad essere trattato come una vera malattia, usata per dare spiegazione ai problemi mentali.

Altri poteri che sono spesso attribuiti alla Kitsune includono la capacità di appiccare il fuoco con la coda (con un massimo di nove: più ne possiede, più è potente e saggia), di entrare nei sogni e l’abilità di creare illusioni così complesse da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Alcuni racconti si spingono oltre, parlando di Kitsune che piegano il tempo e lo spazio, conducono alla follia, o assumono altre forme oltre a quella umana, come di un albero altissimo o una seconda luna nel cielo. Occasionalmente sono descritte come vampiri o succubi – queste si nutrono della vita o dell’anima degli umani, generalmente attraverso contatto sessuale.

La kitsune oggi: Vista l’importanza che ricopre nella cultura orientale, in Giappone le è stato dedicato intero parco: lo Zao Fox Village, nella prefettura di Miyagi. Un po’ come avviene nell’Isola dei gatti, questo villaggio è interamente abitato da volpi libere di muoversi tra il verde. È possibile visitarlo a soli 100 yen (un corrispettivo di circa 50 centesimi di euro), ammirando sia le enigmatiche creature che il paesaggio delle montagne che abbracciano la zona.

Curiosità: Esiste un piatto della cucina giapponese, il Kitsune Udon, una varietà di Udon, così chiamato per la quantità di tofu fritto contenuto nella zuppa: a quanto pare le volpi sono ghiotte di questo alimento.

Inoltre, per i nipponici, il Kitsune no Yomeiri è un temporale a ciel sereno: questa denominazione deriva da una leggenda che narra di un matrimonio tra queste creature nei momenti di pioggia.



L’ MBTI Test o Test delle 16 Personalità

Di Sofia Palloni

L’MBTI test si basa sulla teoria dell’inconscio collettivo sviluppata dallo psicologo Carl Gustav Jung ed è strettamente legata a quella degli “archetipi”.

 In parole povere possiamo definire gli archetipi come dei personaggi che racchiudono alcune caratteristiche relative all’indole e al comportamento dell’essere umano. Quando parliamo di personalità infatti ci riferiamo all’insieme dei tratti specifici e stabili che compongono l’individualità di un soggetto e il comportamento che questo ha in un contesto sociale. 

Essendo quindi la personalità molto complessa, l’MBTI si basa sull’esclusiva ricerca dei tratti essenziali di un individuo, facendo una sorta di riassunto dei tratti più spiccati. Il test viene proposto per la prima volta dalla psicologa Katharine Cook Briggs e sua figlia Isabel durante la II Guerra Mondiale, con lo scopo di aiutare le donne a capire il tipo di lavoro più adatto a loro per sopperire alla mancanza di operai uomini nei vari settori.

Secondo lo studio, le dicotomie essenziali che definiscono la personalità di ogni essere umano sono 4 più una di base che accenna ad una sfumatura comportamentale dell’archetipo. Queste sono:

Estroversione(E)/Introversione(I): Questa caratteristica determina il modo in cui interagiamo con il nostro ambiente (non si tratta di essere aperti o timidi ed è la funzione ausiliaria) 

Sensitività (S)/Intuizione (N): riguarda il modo in cui assumiamo informazioni dall’esterno.

Ragionamento (T) /Sentimento (F): riguarda come prendiamo decisioni.

Giudizio (J)/Percezione (P): ci parla di come ci mostriamo agli altri.

Assertico(A)/Turbolenza(T): questo tratto è alla base di tutti gli altri e dimostra quanto siamo fiduciosi nelle nostre capacità e decisioni.

Secondo Myers e Briggs, le persone utilizzano tutte e quattro le funzioni cognitive appena descritte. Tuttavia, una di questa è sfruttata in modo più cosciente e consapevole e viene chiamata dominante. La dominante è coadiuvata da una seconda funzione, ausiliaria, e dunque da una terza. La quarta, ed ultima, funzione è quella di cui l'individuo è meno cosciente. Il carattere dominante varia da archetipo ad archetipo e proprio per questo possiamo suddividere le personalità in 16 gruppi:

ANALISTI: caratteri comuni N e T. Spesso logici e intraprendenti. Personalità: Logico/INTP (3,3% della popolazione), Argomentatore/ENTP (3% della popolazione), Architetto/INTJ (2% della popolazione), Comandante/ENTJ (1,8% della popolazione).

DIPLOMATICI: caratteri comuni N e F. Compassionevoli e premurosi. Personalità: Sostenitore/INFJ (1,4% della popolazione), Protagonista/ENFJ (2% della popolazione), Mediatore/INFP (4,4% della popolazione), Attivista/ENFP (8,1% della popolazione). 

SENTINELLE: caratteri comuni S e J. Per indole laboriose e doverose. Personalità: Difensore/ISFJ (13,8% della popolazione), Console/ESFJ (12,3% della popolazione), Logista/ISTJ (11,6% della popolazione), Esecutivo/ESTJ (8,6% della popolazione).

ESPLORATORI: caratteri comuni S e P. Per natura curiosi e alla ricerca di divertimento. Personalità: Avventuriero/ISFP (8,8% della popolazione), Intrattenitore/ESFP (8,5% della popolazione), Virtuoso/ISTP (5,4% della popolazione), Imprenditore/ESTP (4,3% della popolazione).

Se siete curiosi e volete fare il test ufficiale è gratuito online: Test della Personalità gratis | 16Personalities



DANTE ALIGHIERI:

700 anni fa la morte del poeta che inventò l'Italia

Di Ludovica Guetti

Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265. Durante il suo esilio per motivi politici oltre a “Il Convivio” e “De vulgari eloquentia”, scrisse anche “La Divina Commedia” l’opera per cui è considerato il padre della lingua italiana.

Il viaggio dantesco inizia all’inferno: il luogo delle anime dannate, dove Dante incontrerà Virgilio che lo accompagnerà in ognuno dei cerchi infernali.

Dopo essere usciti dall’inferno, approdano nel Purgatorio dove si trovano le anime che devono accedere al Paradiso. Dante dirà addio a Virgilio e verrà accompagnato nel Paradiso da Beatrice, la sua donna tanto amata.

Beatrice è in un certo senso la musa ispiratrice di Dante, la meraviglia delle meraviglie, così speciale da non riuscire ad afferrarla. Lui, infatti, è anche il poeta delle donne: per lui la donna è un capolavoro di Dio, qualcosa che va oltre ogni etica umana.

Il poema dantesco non è solo la storia dell’animo cristiano che si rivolge a Dio, ma è anche la storia di Dante che nel suo “viaggio” svolge sempre il ruolo o di giudice o di attore che ci mostra la complessità dell’essere umano e il suo rapporto con Dio.

Dante è inoltre il poeta che inventò l’Italia perché non ci ha solo regalato una lingua, ma anche un’idea del nostro Paese, che lui prima di tutti ha maturato. Per lui l’Italia era un sogno in cui il potere politico è l’Impero con a capo l’imperatore, non il Papa che dovrebbe essere solo un’autorità spirituale.

Dante è l’unico scrittore ad essere conosciuto in tutto il mondo: noi parliamo la sua stessa lingua e abbiamo la fortuna di poter seguire il suo viaggio attraverso l’Italia. La Divina Commedia può essere infatti letta come un viaggio attraverso il nostro Paese e prima di arrivare alla salvezza bisogna attraversare l’oscurità, il buio, si deve provare dolore prima di rinascere.

La poesia di Dante si rivolge a tutti noi, parla anche del tempo che ci è dato e ci consente di pensare che il meglio debba ancora venire, perché alla fine siamo tutti destinati a riveder le stelle.






MUSICA 




Tosca: una battaglia in cui tutti sono sconfitti

Di Laura Fiorella Necoara

Di Adolf Hohenstein - http://www.studioesseci.net/mostra.php?IDmostra=62, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10838577

“Tosca” può definirsi un dramma totale in cui, alla fine, non sopravvivono che le comparse. Quest’opera è per certi versi molto lontana dalle altre di Puccini, in primo luogo per la sua mancata aderenza al verismo. Inoltre, è una vicenda molto elaborata condensata in un’ora e mezza di narrazione. Il tempo è dunque un limite che la “Tosca” deve superare, e la riuscita dà vita ad un capolavoro. Ritmi spesso frenetici, quasi totale mancanza di arie da melodramma (le uniche tre, una per atto, sono anche i momenti più celebri dell’opera: “Recondita armonia”, “Vissi d’arte” e “E lucevan le stelle”), voci e strumenti spinti agli estremi costantemente e la mancanza di un’ouverture sono tutti elementi che contribuiscono a creare pathos, specialmente nel secondo atto. 

L’opera si apre con il tema di Scarpia, l’antagonista, catapultandoci subito dopo nel vivo dell’azione. In appena tre atti abbiamo modo di assistere ad un’evasione, una scena di tortura, un ricatto, la sconfitta di Marengo, l’annuncio di un suicidio, una condanna a morte, un tentato stupro, l’omicidio del mancato stupratore, un’esecuzione ed il suicidio della protagonista. Questa fitta rete di eventi spingono i personaggi a mostrare tutta la loro profondità psicologica, ma allo stesso tempo la loro limitatezza. Scarpia rimane un funzionario corrotto in preda ai propri meschini desideri, Tosca è solo una donna religiosissima e gelosa che però ama al punto di uccidere e Cavaradossi è quanto di più laico ci sia. E l’unico valore a sopravvivere alla fine di questo vortice di violenze è proprio quello rappresentato dal pittore. Parlando di questi, si noti come, una volta preparatosi a morire, è già come morto, non torna a credere alla vita neanche quando l’amante gli annuncia la presunta salvezza. Inoltre, a differenza di Floria, non si rivolge ad un’entità superiore, resta un personaggio laico, gustando, prima di morire, il ricordo di una notte di passione. Puccini si batté per ottenere questa scena, e soprattutto sulle parole “e muoio disperato”, invece di quella dell’opera originale in cui Mario Cavaradossi recitava un monologo filosofico, per nulla in linea col personaggio musicato dal maestro.

Ho già accennato che i momenti di lirismo sono relativamente pochi, ma rappresentano un’escalation di disperazione. Nel primo atto “Recondita armonia” rappresenta la situazione di pace e quiete prima della tragedia, nel secondo col “Vissi d’arte” siamo già nel vivo del dramma, ma solo nel terzo con “E lucevan le stelle” abbiamo il punto massimo di pathos che l’entrata in scena di Tosca smorza e che riprende quand’ella esclama “ecco un’artista!”. L’ansia e il patetismo rimangono inalterati da quel momento fino all’ultimo grido della cantante: “Scarpia, davanti a Dio!”.

“Tosca” è un’opera decisamente complessa, ricca di colpi di scena e per certi versi molto commovente. Merita certamente quanto meno un ascolto, ma a chi non abbia molta dimestichezza col mondo della lirica mi permetto di consigliare una produzione non proprio recente con interpreti che sono sempre delle garanzie. Mi prendo la licenza di portare alla vostra attenzione soltanto tre Tosche storiche che meritano davvero di essere ascoltate. Una è sicuramente quella diretta da De Sabata con Maria Callas, Giuseppe Di Stefano e Tito Gobbi reperibile anche su youtube. Un’altra Tosca grandiosa è quella di Renata Tebaldi con Mario Del Monaco e Giuseppe Taddei sotto la direzione di Molinari Pradelli. Una terza è quella di Leontyne Price di cui consiglio due incisioni altrettanto emblematiche: una insieme a Giuseppe Di Stefano e Giuseppe Taddei sotto la direzione di Karajan e la seconda con Placido Domingo e Sherrill Milnes diretta da Metha. Ma sono certa che con una breve ricerca in rete si possano scovare anche bellissime interpretazioni più recenti. 






LIBRI 






Le sorelle di Mozart

Di Alice Cruciani

 

Questa è la storia di alcune donne uniche, in un mondo di uomini”: è così che la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi introduce il suo secondo libro, “Le sorelle di Mozart”. 

In quest’opera, sono narrate le biografie di alcune donne che hanno lasciato un segno nella storia della musica, malgrado quest’arte fosse riservata solo agli uomini. Donne ribelli, geniali e coraggiose che dal 1100 fino ad oggi hanno suonato e composto, senza perdersi d’animo ed esprimendo il proprio talento, nonostante i vincoli imposti dalla società. 

Nei libri di storia, di figure femminili, se ne trovano poche; eppure molte di loro hanno lavorato al fianco degli uomini col medesimo talento e impegno. 

Di queste 14 biografie gran parte iniziano con un “Era molto talentuosa, eppure è nata donna e la carriera l’hanno destinata al fratello”. Nannerl Mozart, Fanny Mendelssohn, Clara Schumann, tutte donne che hanno provato ad avere una carriera, che purtroppo è sempre rimasta nascosta dietro le imponenti figure dei fratelli. Musiciste geniali che sono nate nell’epoca sbagliata.

Nel corso del Novecento, la situazione è cambiata. Molte donne sono riuscite a realizzarsi, hanno intrapreso carriere che, fino a poco tempo prima, erano riservate esclusivamente agli uomini. Il 2021 ha visto per la prima volta una donna, Kamala Harris, ricoprire il ruolo di vice presidente degli USA. 

Mi auguro che la mia generazione realizzi una società egualitaria, dove uomini e donne possano integrare il proprio talento e la propria sensibilità senza dover competere  tra loro. 



Il Libro Della Polvere

La Belle Sauvage - Philip Pullman

di Francesco Ercoli

 

“Il Libro della Polvere” è una trilogia di Philip Pullman nata dopo il successo di “Queste Oscure Materie”. Ad oggi la trilogia è incompleta poiché dei libri che dovrebbero comporla, solo due sono stati pubblicati. I due libri sono intitolati “La Belle Sauvage” e “Il Regno Segreto”.  

Questa nuova trilogia ambientata nello stesso mondo di Lyra de “La Bussola D’Oro” non è né un prequel né un sequel, ma è definita dall’autore stesso un “equel” ovvero una storia parallela e alternativa a quella raccontata nella trilogia “Queste Oscure Materie”.

Malcom, il protagonista de “La Belle Sauvage”, è un bambino di undici anni che vive a Oxford, sulla riva del Tamigi. Aiuta a servire ai tavoli all'osteria di famiglia e spesso svolge per le suore del vicino convento svariate commissioni. 

Nell’osteria lavora anche Alice una ragazza orfana di quindici anni. Nel tempo libero Malcom si sposta fra le rive del fiume grazie ad una canoa, chiamata “La Belle Sauvage” e un giorno, durante una delle sue uscite, scorge da lontano un uomo che viene arrestato da due agenti della santa inquisizione. 

Dopo un breve momento di esitazione Malcom si reca nel punto esatto in cui l’uomo è stato arrestato e nota in terra una ghianda di legno contenente un messaggio per una studiosa dell’aletiometro. Dopo aver saputo del ritrovamento del cadavere dell’uomo arrestato, Malcom conosce Hannah Relf, la studiosa dell’aletiometro. 

Hannah rivela a Malcom che una bambina appena nata di nome Lyra è stata da poco affidata al convento e che lui deve in qualche modo proteggerla. Poco dopo questi eventi si presenta al convento Gerard Bonneville, un uomo dall’aspetto gradevole ma con un daimon spaventoso, che cerca di rapire Lyra. 

Durante una tempesta Malcom riesce a salvare Lyra dalle grinfie di Bonneville e, con l’aiuto di Alice, a scappare con “La Belle Sauvage” sul fiume in piena. I tre intraprendono così un viaggio surreale che li porterà a Londra da Lord Asriel, il padre di Lyra…


Il Dottor Živago

Di Laura Fiorella Necoara

“Il Dottor Živago” è un capolavoro della letteratura russa che chiunque dovrebbe conoscere. L’opera valse un Nobel al suo autore, Boris Leonidovič Pasternak, che, però, dovette rifiutare a causa di una polemica scaturita sull’interpretazione ed il significato politico. In URSS Boris venne cacciato dall’Unione degli scrittori e, persino in Italia, luogo di pubblicazione del romanzo, c’era chi riteneva che il premio fosse stato attribuito per motivi politici, uno fra tutti, Italo Calvino. Ma l’epopea della nascita editoriale del libro e quella della premiazione sono solo un preludio a quello che l’opera contiene. 

Ci troviamo in Russia, all’alba della Rivoluzione ed il malcontento è reso palpabile dalla maestria dell’autore. Il sipario si alza sulla prima scena di un lungo dramma: un funerale. Con abilità impressionante siamo trasportati nella vita di Jurij, il futuro dottore, che si intreccia pian piano con le vite degli altri personaggi. E più la storia procede nel suo corso, più l’esistenza del protagonista si complica e si rifugia nella poesia. Nel lungo viaggio che si compie leggendo questo libro troviamo ogni passione, ogni gradazione d’amore e di odio dell’anima umana. Ed è principalmente questo binomio a dominare sul palco in una specie di lotta che non vede vincitori.

Un tema ricorrente, per chi sia interessato, è quello dell’arte e della poesia. Molte sono le citazioni che si potrebbero fare, alle volte interi capitoli, per non dimenticare poi le poesie del protagonista che concludono il romanzo. Interessante sarebbe ragionare, a lettura completata, sul valore delle due professioni di Jurij: medico e poeta. Esse, infatti, risultano complementari: la medicina cura il corpo, ma la poesia agisce sull’anima. Dopo la lettura, quindi, inviterei a riflettere sul momento particolare in cui la vena artistica del protagonista inizia a proliferare.

Alcune precisazioni necessarie prima della lettura e di carattere tecnico. In primo luogo, Pasternak non ha nulla da invidiare a Tolstoj o a Dostoevskij in quanto a volume dell’opera: se non amate le lunghe letture potete pur sempre ricuperare il film. In secondo luogo, se siete individui particolarmente sensibili, temo dovrete saltare qualche paragrafo in quanto la crudezza di alcune scene potrebbe non risultarvi gradita. Infine, all’interno del romanzo si trattano temi religiosi e sensibili di vario genere. 

Un consiglio non indifferente è quello di procurarsi una base solida di conoscenze sulla letteratura russa prima di leggere questo romanzo. Non è certamente un obbligo in quanto la lettura rimane gradevole e chiara, ma, spesso, conoscere l’argomento di riflessione del personaggio permette al lettore di instaurare un dialogo. Ed assicuro che le possibilità di dialogo fornite da Jura sono molteplici, spaziando da riflessioni di natura teologica a quelle di carattere artistico, affrontando una gamma molto ampia di temi e di idee. 

Concludo esprimendo il mio umile parere che, per evitare ogni tipo di spoiler, sarà incentrato sulla scrittura e non sulla trama. Credo che, nonostante la mia esperienza di lettrice, non abbia mai trovato in un romanzo una tale capacità di rendere comprensibili tutti quanti i personaggi, anche i meno influenti, e, è necessario specificarlo, i russi amano abbondare in questo campo. Con poche pennellate Boris Pasternak ci fornisce un quadro completo della psiche delle comparse, mentre i protagonisti ed i personaggi più ricorrenti sono presentati come riflessi l’uno nell’altro in un gioco di specchi straordinario dove non è l’autore a dirci come essi pensino, ma è il lettore a comprenderlo. 

Un ulteriore merito da attribuirgli è la capacità descrittiva, non solo dei sentimenti, ma di stati del tutto fuori dal normale come lo è l’infervoramento della mente del poeta nell’attimo della composizione. Sebbene sia una condizione così anomala, egli riesce a trasmettere in tutta la sua potenza quella sensazione del tutto estranea al vivere comune. Inoltre, l’abilità di rimandi e di simboli ricrea quasi un’atmosfera tolstoiana di mistero che non stona affatto nell’insieme. 

“Anche più dell’affinità delle loro anime, li univa l’abisso che li divideva dal resto del mondo. Ad entrambi era nello stesso modo ostile tutto quanto è fatalmente tipico dell’uomo d’oggi, la sua voluta esaltazione, le sue isteriche velleità e quell’inerzia della fantasia, che innumerevoli lavoratori dell’arte e della scienza si preoccupano di alimentare, perché la genialità rimanga un’eccezione.”



 “Finché il caffè è caldo” 

Di Serena di Stefano

Avete presente quando si desidera un libro dalla trama scorrevole ma non banale, piacevole e dalla mole non troppo consistente, in grado di concederci una pausa dalla frenesia quotidiana? Bene, se siete in cerca di letture che comprendano questi requisiti, “Finché il caffè è caldo” di Toshikazu Kawaguchi è di certo il libro che fa al caso vostro.

Ci troviamo in Giappone, in una caffetteria diversa da tutte le altre. Le leggende che circolano su di essa sono numerose, ma la più curiosa è di certo quella di avere la possibilità di tornare nel passato, in un momento particolare della propria vita. Questo “viaggio nel tempo”, tuttavia, è possibile effettuarlo solo seguendo e accettando alcune regole piuttosto rigide, come quella fondamentale: qualsiasi cosa che verrà compiuta nel passato non avrà effetti sul presente, che pertanto rimarrà immutato.

Nel corso della narrazione verranno presentati personaggi che cercheranno in ogni modo di riparare errori commessi e che, consapevoli che il passato non cambierà e si renderanno conto che non è tanto quello ad essere importante, quanto la vita presente, che può ancora cambiare ed essere assaporata attimo per attimo, proprio come un buon caffè

È un libro delicato quanto commovente, che dà l’opportunità di riflettere sui momenti mancati, sull’importanza di manifestare i propri sentimenti, quando c’è ancora occasione. Perché a nessuno è concessa la possibilità di tornare indietro nel tempo per porre rimedio ai propri errori, dunque non resta altro che vivere la vita senza farsi logorare dal rimorso, anzi, essere consapevoli di quanto sia preziosa e di come ci sia sempre un bagliore di speranza anche nei momenti più bui. 

L’autore è stato in grado di trasmettere tutti questi messaggi servendosi di personaggi ai quali è impossibile non affezionarsi e saranno proprio loro ad accompagnare il lettore capitolo dopo capitolo, caffè dopo caffè, nel corso di storie  che ognuno di noi può vivere ogni giorno, molto spesso date per scontate e perciò servono i clienti di una stramba caffetteria a ricordarcele.



“Non sono solo” - Lisa Thompson

Di Sveva Maria Pilati

“Non sono solo” di Lisa Thompson è un romanzo intrigante ed acuto. 

Si legge tutto d’un fiato perché è una storia ricca di colpi di scena, dai tratti “noir”, intessuta di grandi sentimenti: l’amore filiale, l’amicizia e la paura per la solitudine assoluta. La storia è costellata anche di personaggi un po’ “fantastici” ma che nella vita del protagonista sono reali a tutti gli effetti.

Nate è un ragazzino costretto con sua madre a fuggire di notte dalla sua casa, resa un inferno dal suo patrigno Gary e le uniche cose che riesce a portare con sé sono il suo libro preferito ed una torcia. Fuggono e si rifugiano in un cottage fatiscente a molti chilometri da casa. Cercano di rendere vivibile quel tugurio anche se l’impresa è quasi impossibile. Il pomeriggio seguente la mamma va a cercare un negozio dove compare del cibo, rassicurando il figlio che tornerà a breve. Il tempo passa ma lei non torna!

Il ragazzino angosciato inizia a temere il peggio e ormai nel panico, quando all’improvviso compare Sam, il suo caro amico immaginario con cui aveva trascorso tutta l’infanzia. Gli amici non si lasciano soli e lui era tornato “in carne ed ossa” per fargli compagnia.

Un giorno uscendo di casa vede una stramba ragazzina di nome Kitty con un buffo berretto in testa, che scava buche nel bosco con l’intento di terminare una caccia al tesoro incompiuta da anni.

Questo libro mi è piaciuto tantissimo ed uno dei più belli che abbia mai letto per l’intensità dei sentimenti e per la delicatezza con cui l’autrice affronta temi intimi importanti. Consiglio questa lettura a tutti coloro che si sentono un po’ soli, un po’ fragili, timorosi dell’abbandono e a tutti coloro che vogliono credere all’importanza dell’amicizia da chiunque essa provenga. Lo stile è scorrevole, piacevole e costringe il lettore a voler sapere come si concluderà la storia di Nate.






CINEMA




5 cm al secondo

Di Elisa Bacalini

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“Un giorno vedremo i ciliegi fiorire, insieme” - 5 cm al secondo

Regia: Makoto Shinkai (regista di “Your Name”)

Genere: anime, drammatico, romantico

Durata: 63 minuti


Il titolo, come viene inizialmente spiegato nella pellicola, si riferisce alla velocità con la quale i petali di ciliegio cadono al suolo.

In Italia il film è stato premiato al Future Film Festival con il Lancia Platinum Grand Prize, per il miglior lungometraggio d'animazione o con effetti speciali, «per la capacità di coniugare poesia, arte e perizia tecnica, disegno animato e nuove tecnologie, una storia emozionante e profonda ad una maestria esemplare di regia ».

Trama: La storia narrata è suddivisa in 3 episodi della vita di Takari, in particolar modo della sua amicizia nata in giovane età con la bella Akari: Ōkashō, "Il capitolo dei fiori di ciliegio", Cosmonaut “Cosmonauta”, Byōsoku 5 Centimeter, “5 centimetri al secondo”. Di quest’ultima viene mostrato lo sbocciare dei fiori, per poi essere fisicamente interrotta dal trasferimento della ragazza, ma il loro legame, al di là della presenza reale, continuerà ad unirli sebbene distanti.

Riflessione: Fin dalla copertina si rimane catturati dalla bellezza dei disegni e dalla semplicità dello stile. Nel corso della pellicola i personaggi si muovono naturali e sinuosi, immersi in uno sfondo travolgente. Ad esempio i fiori di ciliegio che danzano in aria o le semplici pietanze preparate, inducono a desiderare di venire trasportati in quel mondo di giardini sconfinati e vivere le esperienze dei personaggi.

La storia è di una tenerezza che commuove, in particolare la prima parte, dove ognuno può ritrovare la complicità e la spensieratezza vissuta con il primo compagno di giochi. Mentre l’amicizia evolve, la distanza lentamente diventa una barriera sempre maggiore, che tuttavia i protagonisti continuano a voler eludere, contrapponendo un’amicizia autentica, che a distanza di tempo si mantiene invariata. Il film però trasmette, in particolar modo intorno alla fine, una profonda malinconia, legata alla nostalgia di un passato lontano e irripetibile, che ha formato gli animi dei due ragazzi: Kanai, ragazzina innamorata di Takari, afferma che questo ha “gli occhi inchiodati a qualcosa di lontano”.

Il film scorre velocemente, ed è altamente godibile sia a livello estetico che di trama. È consigliato agli spettatori di ogni età e genere che desiderano commuoversi un po’.



Constantine

Di Niccolò Sabbatini


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Regista: Francis Lawrence

Attori principali: Keanu Reeves, Rachel Weisz,

Peter Stormare

Genere: thriller, cupo, fantasy


In questo thriller tratto dalla serie di fumetti “Hellblazer”, un detective privato con la passione per il soprannaturale indaga il caso di un presunto suicidio.

Constantine è un esorcista che sta per morire a causa di un cancro ai polmoni e durante il periodo in cui inizia a distaccarsi dalla società, una ragazza chiede il suo aiuto in uno strano caso di suicidio. I due si accorgono subito che ci sono forze demoniache che agiscono nell’ombra, ma il problema è chi si il mandante…

Al livello di storia il film è molto veloce e assistiamo già nei primi istanti ad un esorcismo e alla presentazione dei vari personaggi. 

Possiamo da subito notare l’origine tratta da un fumetto, da una particolare scelta di inquadrature, un ambiente grigio, cupo e decadente e un insistente senso di insicurezza presente anche nelle scene più tranquille. 

La storia rimette in discussione quelli che sono i canoni tipici del diavolo, degli angeli e del pentimento, mostrandoci divinità con atteggiamenti molto umani e come il pentimento non sempre alteri la personalità delle persone.



Django Unchained

Di Niccolò Sabbatini


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Regista: Quentin Tarantino

Attori principali: Jamie Foxx, Christoph Waltz,                 

Leonardo DiCaprio

Genere: western, dramma, violento


Insieme a un cacciatore di taglie tedesco, uno schiavo libero di nome Django attraversa gli Stati Uniti per salvare la moglie dal sadico proprietario di una piantagione.

Un cacciatore di taglie prende a cuore uno schiavo che ha salvato e cerca di aiutarlo nel suo obbiettivo: salvare la moglie. Purtroppo la ragazza è diventata serva di un ricco proprietario di piantagioni; Django e il cacciatore allora escogiteranno un piano per liberare la fanciulla, ma qualcosa va storto…

Un film molto dinamico che però, nonostante la lunghezza, non è affatto pesante. Il film si concentra sulla figura di uno schiavo libero, cercando di rappresentare in lui il fuoco che poi sfocerà in una ribellione collettiva. 

È importante sottolineare come Tarantino mostri che la cattiveria e/o la bontà non dipendano dall’etnia, ma dalla singola persona, mettendo a confronto uno schiavista e il suo servo, che provano piacere nel torturare, contro il nostro protagonista, Django, e il cacciatore.



“The most beautiful day - Il giorno più bello”

Di Sveva Maria Pilati

Di Colonnello.Mustard - catturato da Colonnello.Mustard, Copyrighted, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=8433273


“The most beatiful day”, anche conosciuto come Il giorno più bello, è un film del 2016 che appartiene al genere della commedia. 

Scritto, diretto e interpretato da Florian David Fitz, con la partecipazione di Matthias Schweighöfer, entrambi stelle del cinema tedesco. Il film campione d’incassi in patria ha ricevuto nello stesso anno il Bambi Award, premio importantissimo per la critica tedesca e l’anno successivo il Jupiter Award seguito da numerose candidature di vario genere.

È la storia dolce-amara di due amici Benno ed Andi entrambi malati terminali ma, ancora in grado di condurre una vita quasi normale, decidono di partire e di permettersi tutte le esperienze che non potranno più fare, alla ricerca del “giorno più bello delle loro vite”. 

Si procurano i soldi necessari all’impresa, certi di non doverli restituire e da lì inizia il loro viaggio. È un’avventura tra alti e bassi, un momento di gioia assoluta e poi di profondo sconforto. Benno costringerà il riluttante ed inesperto compagno di vita Andi ad assaporare diversi generi di divertimento per lui impensabili!

Il film è disponibile su RaiPlay e lo consiglio tutti per trascorrere un paio d’ore divertenti ed allo stesso tempo commoventi perché fa riflettere su ciò che è veramente importante nella vita.






SPORT





Le olimpiadi del 1936

Di Giovanni Pompei


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Le olimpiadi del 1936 si tennero a Berlino, durante il periodo del regime nazista. Anche questo evento venne utilizzato come mezzo di propaganda da Adolf Hitler, per trasmettere l’immagine di una pacifica, tollerante Germania e ingannare così i molti turisti e giornalisti stranieri.

Inizialmente numerosi movimenti di diversi Stati, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia provarono a boicottare i Giochi di Berlino del 1936, mentre alcuni atleti ebrei decisero di non partecipare. Tuttavia quando nel dicembre 1935 l’Associazione degli Atleti Dilettanti degli Stati Uniti votò a favore della partecipazione anche gli altri paesi si adeguarono.

I nazisti costruirono un enorme complesso sportivo e i palazzi e monumenti di Berlino vennero adornati con bandiere olimpiche e stendardi con la svastica. I funzionari tedeschi ordinarono che le leggi sugli omosessuali non venissero applicate ai turisti, che rimasero anche all’oscuro della retata organizzata dai nazisti contro i cittadini Rom, e i monumenti antisemiti presenti nella città vennero temporaneamente eliminati.

Il 1° agosto 1936 iniziarono le Olimpiadi, inaugurate con un nuovo rito olimpico: un corridore arrivò nello stadio reggendo una torcia che con un sistema di staffette era stata portata da Olimpia, sito dei Giochi antichi. La Germania mise in campo la squadra più numerosa con 348 atleti, seguita da quella statunitense con 312 membri. L’Unione Sovietica invece, non partecipò ai Giochi. 

Venne poi creata una coreografia che creava un parallelismo tra la Germania Nazista e l’Antica Grecia rappresentando il mito della razza ariana supportato dal regime, secondo il quale la superiore civiltà tedesca costituiva l’erede dell’antichità classica. La propaganda continuò anche dopo i giochi, con la distribuzione a livello internazionale del film “Olimpia”.

 La Germania uscì vittoriosa dalle Olimpiadi, e già all’indomani della fine dei Giochi Hitler accelerò i propri piani espansionistici e la persecuzione degli Ebrei venne subito ripresa.

Lo sport è sempre stato portatore di ideali, ma in mano di menti perverse può essere utilizzato per scopi malvagi. Questo ci fa vedere come un regime dittatoriale faccia trapelare all’esterno solo le informazioni che vuole che si conoscano, lasciando nell’ombra i suoi crimini.



ARTE


La Primavera dell'Arte

Di Alice Petrozzi

 

“La chiamerò Primavera perché dopo la morte, torna la vita. Si rinasce” (Botticelli)

 

Quel periodo dell’anno che incomincia il ventuno marzo indica un momento di fioritura, di bellezza data dalla semplicità della natura che risorge dalle tenebre invernali. Siamo alle soglie della stagione della rinascita, pertanto ne sottolineiamo l’avvento con un itinerario delle raffigurazioni più celebri. Molti artisti, infatti, fin dal Rinascimento, hanno voluto rendere omaggio alla Primavera dedicandole alcune tra le opere più belle mai dipinte.

La Primavera di Sandro Botticelli spicca tra tutte come archetipo. Dipinta nel 1482 su commissione di un cugino del Magnifico, è forse l’opera più celebre che raffiguri la stagione da cui prende il nome. La protagonista della tela, conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze, è proprio Flora, la personificazione della primavera. Ella cosparge la terra dei fiori presi dal suo grembo come segno di fertilità. Alla sua destra si trova la Dea Venere accompagnata da Cupido intento a scagliare una delle sue frecce. Alla sua sinistra si trovano le tre Grazie che danzano soavemente, ed infine Mercurio che ammira i frutti sugli alberi.

Altro punto di riferimento irrinunciabile è Ramo di mandorlo fiorito di Van Gogh, realizzato nel 1890. Il quadro raffigura un ramo di un mandarlo in fiore, albero che per primo indica l’arrivo della stagione primaverile. Sullo sfondo emerge un cielo azzurro e terso. L’opera, chiaramente ispirata all’arte giapponese tanto amata dall’artista, era destinata al caro fratello Theo.

Un altro esempio è Jeopardy di Arthur Hacker, quadro del 1902. Un’opera non molto conosciuta ma davvero catalizzante. I colori vividi, tra cui il giallo dei fiori, sono la trasposizione su tela del tepore primaverile. Il dipinto raffigura la sponda fiorita di un fiume che trascina, nelle sue serene acque, un ombrellino bianco generalmente usato per proteggersi dal sole. Sulla sinistra si trova una donna forse desiderosa di entrare in acqua e dietro di lei, in penombra, vi è un uomo in attesa.

Printemps di Claude Monet è stata realizzata nel 1872. L’opera ritrae, su uno sfondo di alberi in fiore che si contrappongono l’uno sull’altro, un uomo e una donna rilassati e distesi sull’erba. Monet realizzò anche altre opere sul tema primaverile.

L’ultima tappa del percorso ci rimanda a La Senna a Chatou, inno alla bellezza della rinascita: un’opera del 1881 firmata da Renoir. Il dipinto raffigura un panorama incorniciato da arbusti, fiori e da una pozza d’acqua agitati dalla brezza dolce della primavera. Il quadro è un’esplosione di colori scelti in modo molto accurato.

Parafrasando Klee, l’arte non riproduce ciò che è visibile ma rende visibile ciò che non sempre lo è. L’arte ritrae, con pennellate fluide, il senso del rinnovamento che danza indisturbato nel nostro animo, lo trascina fuori e lo muta in colore. La primavera è quindi la stagione che più viene valorizzata nelle opere d’arte attraverso i suoi colori vivaci e le sue ambientazioni amene.





POESIE 


My own prison 

Di Valeria Maria Luzi


I stay afloat and dream

Breezy weather 

A toast with my friends 

"Cheers!" 

But I look at the table 

I can't reach what I want 

Is it what I want? 

I sink in my thoughts 

I'm trapped in my own cage 

I count and count and count and count...

The light at the end of the tunnel is not visible 

What do I do? 

I grab a cuppa 

Stop dreaming 

Carry on 




Di Laura Fiorella Necoara


Non ho vent’anni ancora

e già m’annoia il mondo:

ho già da me pensato 

ogni pensier profondo,

d’ogni pietà ho saggiato,

d’amor e d’odio e d’ira,

di mille numi ho profanato

l’are superbe e il nome.

D’ogni carezza ho il segno

sotto quest’arsa fronte

ed ogni bacio sento

lungi alle labbra, in petto.

Non ho vent’anni ancora

e il mondo già un tormento

vedo a chi tenta invano

fuggir dolor, lamento.

E come un grande abisso

nel petto mi si apre,

e più vi guardo fisso

più l’ali mi son frante.

Non ho vent’anni ancora

e il mondo già conosco

per quel tremendo tosco

che sulle tempie m’arde

e m’agita, mi spreme

d’ogni mia forza antica.

Ho su di me sopita

maledizion tremenda

che il corso di una vita

fa ch’io non attenda.

È il mio pensier furente

nelle catene imposte:

non piange né si geme,

m’avvampa e i lacci morde.

Non so come domarlo,

nutrirlo poi m’è forza

né m ai ferocia smorza

o lascia pace a me.





LO STUDIO DI MIO NONNO

Di Sveva Maria Pilati


Lo studio di mio nonno

profuma di carta,

di fogli, di sapere, di storia

e di ricordi: un disegno colorato

e un po’ sbavato,

una partita al computer,

quella voce calma e rassicurante

che mi accoglieva sempre

con lo sguardo sorridente,

i compiti fatti ed i giorni di vacanza,

la mia prima nota, se ci penso mi

viene un po’ di tristezza e nostalgia, ma

so che lì dentro l’aura di nonno Romano

non è mai andata via.






IPSE DIXIT


Lattanzi: "Ragazzi, ieri sono andato a fare il vaccino... Sono rimasto deluso perché io volevo l'Astra Tacito, non l'Astra Zeneca... Non sono stato molto contento, però me lo sono fatto comunque" 

Lattanzi: “Secondo voi ragazzi perché l’hanno chiamato congiuntivo dubitativo?”

Classe: “Perché serve per dubitare.”

Lattanzi: “Esatto, ragazzi bravissimi. Chissà perché non l’hanno chiamato Paperino?”


(Lattanzi vedendo un’alunna che non legge la frase)

Lattanzi: “Te l’ho scritto benedetta figlia sai leggere?”


Lattanzi: “Secondo voi come si chiama in italiano l’evangelista Mattheus?”

(Silenzio assoluto)

Lattanzi: “Si chiama Rodolfo. Perché come sapete ragazzi queste sono frasi del vangelo scritte dall’evangelista Rodolfo.”


(Lattanzi vedendo che il suo ordine non è stato eseguito dalla classe)

Lattanzi: “Vi ho dato un ordine macachi perché non rispondete??!! Andate all’inferno se non rispondete!!”


(Lattanzi vedendo la classe molto attiva e partecipativa)

Lattanzi: “Hey, gente sveglia, ci siete?”


(Lattanzi vedendo che le frasi infinitive sono ancora un mistero)

Lattanzi: “Tesoro quante frasi infinitive abbiam o fatto 200, 2000?”




IN CUCINA CON GIOIA 

La focaccia! 

Di Gioia Brengola


Per questo numero vi propongo una ricetta per preparare una gustosa focaccia. Armatevi di ciotola e pazienza per i tempi di lievitazione e seguite passo-passo il procedimento per ottenere un impasto morbidissimo. Vi assicuro che ne varrà la pena!

INGREDIENTI: 

500g di farina, 

280 ml di acqua, 

5 g di lievito fresco, 

11 g di sale


Per la salamoia: 

41 ml di acqua calda, 

7 g di sale,

 18 g di olio



DIFFICOLTÀ RICETTA: MEDIA

TEMPO PREPARAZIONE: 20/25 MIN + LIEVITAZIONE

TEMPO COTTURA: 15 MINUTI


PROCEDIMENTO: sciogliete il sale nell’acqua e aggiungete metà della farina. Unite ora il lievito e il resto della farina. Lavorate sul tavolo con le nocche l’impasto girandolo su se stesso, lasciatelo poi riposare per 15 min. Una volta trascorso il tempo cercate di lisciare il panetto che si sarà formato e riponetelo in un contenitore oleato e lasciatelo lì, coperto con un canovaccio, per 24 ore.                                                                                          

Stendete l’impasto in una teglia, ma aspettate un’altra ora prima di creare i tipici “buchi” con le dita. Dopo aver fatto i “buchi” spennellate il tutto con la salamoia, per crearla vi basterà unire gli ingredienti scritti sopra. 

Aspettate ancora 2 ore e poi infornatela a 240° per 15 minuti. L’attesa per la lievitazione è lunga, ma la focaccia che otterrete vi farà dimenticare tutto il tempo passato ad aspettare!                                                                                                                             

La versione che vi ho proposto è quella classica, ma potete modificarla a vostro piacimento aggiungendo olive, pomodorini o altro. Qalunque sia la versione che avete deciso di ricreare spero che la ricetta vi sia piaciuta e... BUON APPETITO!



L’ORACOLO DELL’A.CARO

Di Elisa Bacalini

MINERVA (21 marzo-20 aprile): E’ tempo di far chiarezza sul vostro incerto destino: le stelle ne sanno sicuramente più di voi, ma non abbastanza … #indagini

MARTE (21 aprile-20 maggio): Amici del Marte, sarete più agguerriti che mai! Il vostro segno vi porterà spesso ad intraprendere battaglie insensate, anche contro i vostri cari: prestateci attenzione! #tisanina?

ROMOLO E REMO ( 21 maggio-20 giugno): L’indecisione vi corrode, ma tutte le scelte, ahimè, sono sbagliate. Affidatevi a chi vi vuole bene e il successo sarà assicurato. #bendaticomelaFortuna

APOLLO ( 21 giugno- 22 luglio): Sole, cuore, amore: vi manca tutto ciò! Ma non temete, arriveranno! ( Insieme ad un’ingente e misteriosa quantità di denaro) … #mannadalcielo

GIOVE (23 luglio- 23 agosto): Troppe lamentele le scorse settimane: l’Olimpo le ha prese come una sfida personale! Gli unici rimedi per queste creature capricciose sono vagonate di doni votivi… #comeBabboNatale

VENERE (24 agosto-22 settembre): Sentite il bisogno di rifugiarvi in una grotta e di non uscirne più, ma questo sentimento è passeggero, e ne ritornerete più forti e vitali di prima. #ostracizzati

BACCO (23 settembre- 22 ottobre): Dovevate accontentarvi dell’aurea mediocritas, mentre guardatevi adesso! Non tutto è perduto certo, ma ci vorrà impegno e costanza per ristabilire gli equilibri. #Oraziodisapprova

VULCANO (23 ottobre-22 novembre): Ripartite con il vento in poppa e la benedizione di Poseidone e tutte le ninfe: sfruttate quest’aria favorevole e benefica e mettetevi in gioco! #acquasanta

DIANA (23 novembre- 21 dicembre): Scossa? Va beeene: avete atteso un segno del destino da molto tempo ed eccolo arrivato! Bene, ora che si fa? #interdetti

GIUNONE (22 dicembre-20 gennaio): Volevate partire con il piede giusto, ma vi siete slogati la caviglia: questo il volere divino! Dopo un periodo di riposo, sarete pronti a #ripartire

MERCURIO (21 gennaio- 19 febbraio): C’è posta per voi: amanti nascosti influiscono portando energie positive; scovateli e coronate il vostro sogno d’amore, cosa aspettate? #caroamicotiscrivo

NETTUNO (20 febbraio- 20 marzo): Siete instancabili! Apollo vi assiste in tutte le arti e non date segno di poter fallire. Tenete gli occhi aperti per le invidiose divinità che potrebbero rendervi la vita non così semplice! #allerta



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