GIORNALINO "OTTOBRE 2021" - USCITA SPECIALE HALLOWEEN!
Ciao ragazzi, siamo orgogliosi di presentarvi questo numero del nostro fantastico giornalino!
Se volete partecipare alla prossima uscita, saremo contenti di ricevere articoli, vignette, Ipse Dixit, poesie o qualunque cosa vogliate condividere alla mail hannibalacaro@hotmail.it
Vi auguriamo un Halloween spettrale!
I Caporedattori: Valeria Maria Luzi, Simone Formentini e Letizia Maria Petracci
ANNIBAL CARO
The Chronicles of Acaro
Episodio 1
di Matteo Baldassarri e Susanna Sciarrotta
Era la guerra dei pagellini… Decine di verifiche si ammassano su ogni scrivania. Tutti i professori aspettano l’ora buca per liberare la penna rossa e farle divorare gli errori degli. Studenti…. Solo un imprevisto può impedire questo bagno di inchiostro rosso:
LA SUPPLENZA
Lattanzi, con passo felpato, punta la sua preda, la Fortuna, la quale, notata la minaccia, si dà a una fuga disperata.
“Su, su, è solo un’ora!” la incoraggiava Lattanzi mentre la inseguiva “Lo sai che io devo andare a parlare con lo scheletro dell’aula di scienze, sennò si sente solo!”
“Chiedi a lui di sostituirti” rispose lei senza rallentare “Di certo farà una lezione più eloquente della tua!”
“Parla quanto vuoi, ti appiopperò questa supplenza, costi quel che costi!”
E la Fortuna continuava a correre per i corridoi. Così felice di avere una prestazione fisica di lungo migliore del suo avversario. Così ingenua del pericolo che incombeva.
Infatti la sua corsa si interruppe quando lei trovò la sua strada verso l’aula professori, dove si sarebbe potuta facilmente nascondere, ad esempio in uno dei tanti cassetti degli archivi, bloccata dal professor Ferracuti, che si stagliava sull’ingresso di questa.
“Capita proprio a fagiolo!” esordiva “mi serviva giusto una persona che andasse a portare questa torta di compleanno al ragno nel bagno dei maschi! Ormai sono anni che sta lì, ma io non posso portargliela…”
La professoressa Fortuna capì che la situazione era molto peggio del previsto. In più, nemmeno il bar era un’opzione di fuga ormai…
“Sonia cara” la salutò la Spinucci “mi serviva giusto il tuo aiuto…”
Non aveva tempo. Doveva scappare. Ma dove? Non verso il bar, non verso l’aula professori, di certo non poteva tornare indietro…
Guardò nell’ultima direzione di fuga rimasta. L’ascensore si stagliava dinnanzi a sé, quasi come intagliato nella parete. Cosa si trovava al di là delle porte metalliche sbarrate? “Speranza” sussurrò una voce nella sua mente. Senza avere la possibilità di pensarci due volte, premette con foga il pulsante. Le portiere metalliche si aprirono, e lei si fiondò all’interno.
Gli altri tre professori guardarono compiaciuti la porta dell’ascensore ormai di nuovo chiusa dinnanzi a loro.
“Fine della corsa!” disse Ferracuti con la sua solita voce calma e pacata “Quell’ascensore è rotto da anni, la portiera è l’unica cosa che funziona”
“Su, andiamo a stanarla adesso” aggiunse la Spinucci “Del resto, ha molto da fare adesso”
Lattanzi premette il pulsante. La porta si aprì.
Un vento gelido perforò le ossa dei tre colleghi…
Intervista ai rappresentanti d’istituto 2021
di Giulia Pistolesi
Lo scorso 8 Ottobre si sono tenute le votazioni per i rappresentanti d’istituto. Andrea Aria, Chiara Clementi, Daniele Pipponzi, Luca Montani: questi i nomi dei quattro eletti che si sono raccontati nella nostra intervista.
Presentazione
A. Ciao, sono Andrea Aria, ho 17 anni e frequento il Liceo Classico “Annibal Caro”. Sin da bambino ho sempre amato la musica, e in particolar modo la chitarra classica: ora coltivo questa passione studiando al Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo. Amo molto anche lo sport, specialmente il calcio, che pratico da sempre. Sono un sacco appassionato di astronomia e astrofisica, ma provo un certo fascino anche per le lingue antiche e la cultura classica.
C. Ciao, sono Chiara Clementi, ho 17 anni e frequento il 4A del Liceo Classico Annibal Caro.
D. Ciao a tutti! Daniele, 17 anni, frequento il Liceo Classico. Vengo da Servigliano, sono un Metalhead e mi alleno a tempo perso.
L. Buongiorno, sono Luca Montani ho 17 anni frequento il Liceo Delle Scienze Umane opz. Liceo Economico Sociale.
Che cosa vi ha spinto a candidarvi?
A. È molto difficile da spiegare, ma ci provo. Fino allo scorso anno non mi sarebbe mai passata per la testa un’idea del genere. Avrei pensato che non sarei stato adatto, essendo per natura molto riservato e introverso. Un simile impegno avrebbe comportato mettersi in mostra con convinzione e coraggio, ed io, così chiuso nelle mie paure, non ce l’avrei mai fatta. Poi però qualcosa è cambiato. Che sia stata la crescita, il senso di rivalsa dopo due anni bui di pandemia, il desiderio di cambiamento, la volontà di portare novità a scuola, la voglia di imparare ad assumermi delle responsabilità… io non lo so. So soltanto che ho visto un’opportunità davanti a me, ne ho compresa la preziosità e non l’ho voluta lasciar scappare.
C. Mi sono candidata perché credo che sia un’esperienza che mi aiuterà a mettermi in gioco e perché voglio, per quel che si può, cercare di contribuire attivamente a rendere questo anno bello e divertente, visto il periodo che tutti abbiamo passato.
D. Una sfida con me stesso, la voglia di responsabilizzarmi e il desiderio di conoscere meglio le dinamiche della scuola per cercare in tutti i modi di risollevarla in questo momento difficile.
L. Sono stato spinto a candidarmi perché sentivo il bisogno di mettere in campo le mie competenze per il bene comune.
Quali sono i punti della vostra lista a cui tenete di più?
A. Tengo parecchio alle Assemblee. Ho un grande sogno: riuscire a portare a scuola personaggi di spessore e di cultura, che possano contribuire con le loro parole ad ampliare le nostre conoscenze, ad arricchire il nostro percorso e a risvegliare dentro di noi l’amore per il sapere. Spero davvero che questo sogno si realizzi per il bene di tutti, nonostante le difficoltà del momento. Forse, ancor più importante delle assemblee, è il progetto “Gruppi culturali”, che permette agli studenti di condividere una passione comune riconoscendosi in un’unica collettività. È un’iniziativa nuova e molto importante, che speriamo di promuovere con successo. Tranquilli, non me la sono scordata la Serie A. Caro, ma per scaramanzia preferisco non parlarne adesso.
C. I punti della lista a cui tengo di più sono la SAC, i concorsi e il Gran Galà, perché ritengo che siano due momenti importantissimi per conoscersi tra noi classicisti e non solo.
D. Le assemblee: ho in mente progetti interessanti che ho condiviso con gli altri rappresentanti e sono contento della risposta propositiva ricevuta. Amo lo SAC, ma questo è scontato.
L. I punti principali della mia lista sono: la raccolta differenziata per la tutela dell'ambiente e l'amico di penna per aiutare, in modo informale, nello studio di una lingua straniera gli studenti.
Quale è stata la vostra reazione quando avete scoperto di essere stati eletti?
A. Una serie indistinta di sentimenti. Tra tutti sicuramente è prevalsa la felicità e la soddisfazione. Mi sono sentito apprezzato ed è stata una grande conferma del fatto che ho fatto bene a fare questa scelta. Vedendo la fiducia che è stata riposta nei miei confronti mi sono fatto ancora più coraggio: ora non ci penso nemmeno a tirarmi indietro.
C. Quando ho scoperto di essere stata eletta, sono stata davvero felice perché mi sono resa conto di quante persone hanno creduto in me e in quello che potrei realizzare come loro rappresentante.
D. Un po’ di delusione perché speravamo, noi di High Hopes, che tutti e 4 potessimo essere eletti. La pretesa era sicuramente grande, ma credevamo che le condizioni fossero favorevoli, era quindi ragionevole sperarlo. La formazione finale è questa, sono comunque contento e convinto che ci sia tanto da lavorare, ma anche che faremo bene, perché di voglia ne abbiamo.
L. Sono stato contento perché ho messo il massimo impegno per questo scopo e ciò mi ripaga delle fatiche spese per la campagna elettorale, e mi stimola molto di più per il corretto svolgimento delle mie funzioni
Cosa vi aspettate da questa esperienza?
A. Sono sicuro che sarà una grandissima esperienza di crescita e maturazione. Ma vorrei più di ogni altra cosa che il nostro liceo tornasse a brillare come faceva un tempo. Non sarà un risultato facile da raggiungere: ci saranno molti ostacoli da superare…Ma io ci credo fermamente.
C. Mi aspetto che questa esperienza mi aiuti a crescere come persona e spero di non deludere le aspettative di nessuno.
D. Di crescere.
L. Mi aspetto di collaborare con gli altri tre rappresentanti e con l'ausilio del Sig. Preside di gestire nel miglior modo possibile la situazione scolastica, con il fine di migliorare la qualità del tempo trascorso a scuola.
Anno nuovo, sede nuova
di Greta Splendiani
Ebbene, come tutti già sapete, una piccola porzione di quella che è la nostra scuola, ha iniziato e sta proseguendo quest’anno scolastico al Fermo Forum.
Quando venni a conoscenza del nostro spostamento, la prima cosa a cui pensai fu il fatto che finalmente avrei evitato di percorrere alle 7 e 45 di mattino, i 35km di sampietrini che vanno a formare la salita di Via Perpenti; la seconda cosa a cui pensai subito dopo furono i 10 cambi tra autobus e navette che mi avrebbero aspettato ogni giorno e che ancora oggi devo fare.
Iniziata la scuola però devo dire che l’idea del Fermo Forum non mi dispiaceva più tanto: come prima cosa nel bagno abbiamo trovato uno di quegli apparecchi che sparano aria per asciugare le mani, e in quel momento eravamo già tutti abbastanza emozionati. Come seconda cosa, non potevamo fare a meno di notare le enormi finestre che formavano pareti intere, devo dire molto simili, quasi uguali, a quelle del nostro liceo in stile carcerario.
Come terza cosa, siamo rimasti sbalorditi dalla più che innovativa tecnica di condizionamento dell’aria, cosa che so, che voi che state leggendo in questo momento in sede, bramate più di ogni altra. Come quarta cosa, potrei nominare il fatto che dividiamo questa nuova scuola con il liceo scientifico TCO, ma finisce qua il mio parlare e inizia qui il mio zittire.
Poi potrei anche parlare dei 17 cambi di orario che abbiamo avuto, delle macchinette mancanti sostituite da un’onestissima macchinetta del caffe a cialde che poi ci hanno tolto, oppure delle zero ore di effettiva palestra che abbiamo fatto da quando è iniziata la scuola, ma rovinerebbe il fascino che ho creato finora per voi sul nostro amatissimo Fermo Forum.
Comunque, detto ciò, scherzi a parte, non la trovo male questa nuova sede, visi nuovi, luoghi nuovi e abitudini nuove… Ma credo che un minimo a tutti noi manchi il gran vecchio A. Caro, speriamo di tornare fra voi il più brevemente possibile.
ATTUALITÀ
L'importanza della salute mentale
di Sofia Palloni
Cosa si intende per salute mentale?
La salute mentale, considerata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) una componente essenziale della salute in generale, si definisce come «uno stato di benessere nel quale una persona può realizzarsi, superare le tensioni della vita quotidiana, svolgere un lavoro produttivo e contribuire alla vita della propria comunità». Essa è influenzata in larga misura dal contesto, quale ambiente, situazione economica, ecc., ma anche dalle caratteristiche personali, come patrimonio genetico, il proprio vissuto, ecc. La complessa interazione tra questi diversi elementi conduce alla percezione che ciascuno ha del proprio stato di salute mentale. Proprio per questo sofferenza e malattia non sono condizioni fisse, ma stati che si modificano lungo l’arco della vita.
Quanto ha influito la pandemia a riguardo?
L’OMS dichiara che negli ultimi 2 anni la depressione è la più diffusa al mondo tra le malattie mentali e in generale la seconda malattia più diffusa dopo le patologie cardiovascolari. Alcuni dati statistici dichiarano che in Italia, durante la pandemia, il 6,5% degli italiani ha dovuto ricorrere a farmaci antidepressivi. L’Osservatorio Suicidi della Fondazione BRF, cioè Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze, conta, da inizio 2021 al 31 agosto di quest’anno, 413 suicidi e 348 tentativi: che corrispondo circa a un suicidio ogni 12 ore. Dalla FIDA (Federazione Italiana Disturbi Alimentari) vediamo dati altrettanto preoccupanti con un aumento del 30% dei casi di DCA.
Chi sono le vittime maggiori?
Soprattutto dopo l’avvento del covid19, ad alto rischio sono prettamente donne, giovani e anziani: le prime perché più predisposte alla depressione e più toccate dalle ripercussioni sociali e lavorative; i secondi perché hanno visto modificarsi la vita e subiscono isolamento e perdita del lavoro; gli anziani perché più fragili davanti al virus, alla depressione e alla solitudine.
Nonostante ciò, visto che siamo animali sociali, abitudinari e programmati a dare risposte molto capaci in emergenza, l’adattamento a questa situazione, prolungato a tempo indefinito, provoca uno svuotamento emotivo in tutta la popolazione in generale.
Adolescenti e salute mentale.
Ormai, da alcuni mesi, diverse strutture ospedaliere con posti letto dedicati alla gestione dell’emergenza-urgenza psichiatrica in età adolescenziale hanno segnalato un allarmante aumento di accessi al pronto soccorso e di ricoveri di ragazzi e ragazze in stato di sofferenza psicologica acuta, con pressoché costante saturazione dei posti letto dedicati.
Secondo una ricerca dell'Università di Harvard, realizzata a maggio scorso su un campione di 3.453 individui è emerso, per quel che riguarda le famiglie italiane con figli minorenni, che nel 71% dei soggetti tra i 6 e 18anni si sono sviluppati sono disturbi d'ansia, sensazione di mancanza d'aria e del sonno. Fra le cause di ricovero una particolare rilevanza ha l’“attacco al corpo”, nelle diverse espressioni attraverso le quali il malessere adolescenziale si manifesta, dall’autolesionismo, ai disturbi alimentari, al consumo di sostanze d’abuso, sino ai gravi attentati alla vita, tentati e mancati suicidi, a cui si affiancano disturbi di panico, stati fobici con marcato ritiro sociale, stati dissociativi con alterazioni senso-percettive, crisi di dirompenza spesso intra-familiare.
I D.C.A. (Disturbi del Comportamento Alimentare)
Secondo la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (SISDCA), in Italia colpiscono ogni anno 8.500 persone. Otto-nove donne su 100.000 si ammalano di anoressia e 12 di bulimia. Tra gli uomini i nuovi casi di anoressia sono 0,02-1,4 ogni 100.000 persone e i casi di bulimia sono circa 0,8. La fascia compresa tra i 15 e i 19 anni è tradizionalmente quella più a rischio con una media di 10 malati su 100. Nonostante ciò, negli ultimi anni, l’età in cui compaiono i primi disturbi si sta abbassando. Sono sempre più numerosi casi di bambini che soffrono di anoressia o bulimia già intorno agli 8-9 anni, ma anche i casi che riguardano gli adulti over 40.
Tutti i disturbi sono più frequenti tra le donne: gli uomini rappresentano il 5-10% dei casi di anoressia e il 10-15% dei casi di bulimia. Secondo una ricerca seguita dall’ABA, Associazione Italiana per la cura e la prevenzione di Anoressia e Bulimia, il 95,9% delle persone affette sono donne. Invece, dai dati raccolti dalla American Psychiatric Association, i ragazzi rappresentano il 19-30% degli adolescenti americani anoressici. Ad aumentare la percentuale maschile contribuiscono inoltre alcuni “nuove” forme patologiche, come ad esempio la bigoressia.
Come l’Italia sta gestendo la cosa?
La cassetta degli attrezzi con cui l’Italia si è trovata a far fronte a questa maxi-emergenza nell'emergenza è decisamente sguarnita a cominciare dal personale. A un Servizio sanitario deprivato da almeno 15 anni manca nei Dsm il 20% degli psichiatri, nel 2018 erano circa 5mila; così come 1.500 psicologi, altrettanti terapisti della riabilitazione psichiatrica e assistenti sociali, 5mila infermieri. Solo quest’anno ci si è decisi a portare le borse di specializzazione in Psichiatria da 280 a 400, numero che ora va stabilizzato e che in ogni caso produrrà i suoi effetti solo tra quattro anni.
Che cos’è la Giornata Mondiale della Salute Mentale?
La Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) è un’iniziativa che si celebra il 10 ottobre di ogni anno. Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, promuove, con campagne e attività, la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.
Ogni anno viene portato all’attenzione un aspetto diverso relativo alla Salute Mentale. Per il 2021 è stato scelto: “Salute Mentale in un mondo ineguale” (Mental Health in an Unequal World) che persiste una disparità di trattamento e di qualità dell’assistenza fornita tra chi soffre di malattie mentali e chi di altre patologie.
A determinare queste differenze sono: le situazioni economiche, sociali e culturali, le problematiche acuite nell’ultimo anno a causa della pandemia e la maggiore difficoltà di accesso alle cure.
Omicidi irrisolti
di Elisa Mengoni
Dopo ben trentun anni, risulta ancora irrisolto il caso della diciannovenne Simonetta Cesaroni accoltellata in un edificio della famosa via Poma di Roma. Solo sei anni prima, infatti, in questo stesso palazzo venne uccisa un’altra donna, Renata Moscatelli, soffocata con un cuscino in casa sua. Resta ancora un mistero chi abbia compiuto una simile azione e il motivo di questa.
Allo stesso modo ancora grandi dubbi restano sull’omicidio della giovane segretaria della Reli Sas, Simonetta, uccisa il 7 agosto del 1990 in un ufficio, al terzo piano del palazzo col numero civico 2. Quel giorno, la ragazza decise di andare al lavoro per finire di svolgere alcune pratiche, pensando alla vacanza che l’avrebbe aspettata pochi giorni più tardi, senza sapere, però, che quella vacanza lei non l’avrebbe mai fatta. È stata la sorella a trovarla, quando non essendo tornata a casa e non rispondendo alle chiamate, decise di andarla a cercare accompagnata da Salvatore Vespone.
La scena che i due si trovano davanti è mostruosa: la ragazza è distesa per terra seminuda con soltanto i calzini bianchi addosso e il reggiseno sul torace slacciato. Ventinove sono le coltellate inflitte a questa povera ragazza, pugnalata molto probabilmente -infatti l’arma non è mai stata ritrovata- con un tagliacarte in ogni parte del corpo: vediamo ferite al viso, al torace, al seno e perfino alla parte bassa del ventre, fino ai genitali. Qualcosa di terrificante.
Molte sono le ipotesi create intorno a questa vicenda. Forse la più accreditata, in base alle indagini della polizia, è che Simonetta stesse scappando da un uomo ed è per questo che non è stata ritrovata nel suo ufficio, ma in una stanza dall’altra parte dell’edificio. Lì l’uomo l’avrebbe bloccata provocandogli un trauma cranico, diverse ferite all’addome e al torace facendola svenire, dopo numerosi tentativi da parte della donna di ribellarsi. A questo punto si sarebbe inginocchiato sopra di lei, forse avendo anche l’intenzione di abusare del suo corpo, per poi colpirla a morte.
Niente oggetti personali sulla scena a parte un orologio. Durante gli anni si è indagato molto su chi potesse essere stato. Tre sono i maggiori indiziati, tutti scagionati dopo numerosi processi: Pietro Vanacore, il portiere che non aveva un alibi nell’arco orario in cui è stata uccisa Simonetta; il fidanzato Raniero Busco, il cui DNA è stato ritrovato quasi con certezza sulla scena del delitto e Federico Valle, indagato dopo che un uomo austriaco disse di essere stato in contatto con la madre del ragazzo e che questa gli avrebbe rivelato che il figlio era tornato a casa quella sera tutto insanguinato.
Nonostante tutto ancora non è molto chiara né la dinamica dell’omicidio né tantomeno chi sia stato. “Chi può aver compiuto una simile azione? E perché?” sono le domande che ci poniamo oramai da trent’anni. Chissà se mai troveremo le risposte…
Brevi riflessioni a freddo sulla Fashion week
di Edoardo Zeppilli
A ormai più di una settimana dalla fine della famosa Fashion week 2021, si possono tirare le somme sulle collezioni proposte e sulla loro effettiva validità, anche se - per ragioni di spazio - parlerò soltanto delle griffe più rinomate.
Cominciamo da Balenciaga, sotto la guida creativa di Demna Gvasalia, che si riprende da un brutto periodo dovuto allo scarso successo di alcuni capi proposti, molto criticati per il costo eccessivamente alto in relazione alla bassa qualità o - peggio - alla loro utilità: come dimenticare il cuscino da viaggio da 510 euro? Nella sfilata ha presentato diversi capi della già annunciata collaborazione con la famosissima sitcom “The Simpsons” e proprio questa inaspettata fusione tra due mondi completamente diversi ha conquistato il pubblico, insieme alla effettiva validità dei prodotti.
Due storici marchi italiani – Fendi e Versace - hanno unito le forze per dare vita a una collezione che (in teoria) dovrebbe riscrivere le regole del fashion game: purtroppo l’ambizione di Kim Jones, creative director di Fendi, di portare entrambe le griffe negli schemi dell’urban del giorno d’oggi sfocia in un’accozzaglia tamarra di capi partoriti dalla logo-mania, che negli ultimi anni ha influenzato i brand più apprezzati dal pubblico giovane.
A fronteggiare decisamente questa tendenza pensa Armani che, come al solito, presenta una linea ideata per risultare elegante, senza sfoggiare la ricchezza di chi la indossa. Oltretutto, con l’occasione ha anche annunciato una serie di eventi per festeggiare i 40 anni di Emporio Armani.
A omaggiare una nuova celebrità e un rinnovamento delle linee guida che erano un po’ le colonne portanti del suo successo, è Marni che riesce a convincere il vasto pubblico con capi audaci: complice anche la pubblicità gratuita ricevuta da artisti del calibro di Travis Scott, per fare un esempio.
Torna anche Rick Owens con “Fogachine”, nome scelto per identificare la sfilata uomo Rick Owens Spring Summer 2021 tenutasi al Lido di Venezia. Come al solito mantiene il suo stile Goth-Punk che da anni soddisfa la schiera di appassionati del brand.
Per la collezione Ludovic de Saint Sernin Primavera Estate 2022, la Maison parigina ha continuato la sua esplorazione globale della sessualità attraverso una tavolozza di colori tenui e pezzi che trasudano affermazione del sé. Complice anche il mezzo di diffusione: infatti ha scioccato l’opinione pubblica scoprire che la griffa aveva messo dei Ban pubblicitari sulla nota piattaforma pornografica PornHub. Sicuramente una trovata interessante che regalerà una marea di pubblicità alla Maison, che può dire tranquillamente di aver passato con successo questa sfida.
CINEMA
Secret Window
di Niccolò Sabbatini
Regista: David Koepp
Attori principali: Johnny Depp, John Turturro, Maria Bello
Genere: suspence, thriller
Trama: Uno scrittore di successo nel bel mezzo di un doloroso divorzio viene minacciato nella sua casa al lago da un aspirante collega che lo accusa di plagio.
Mort Rainey si rifugia nella sua casa sul lago per concentrarsi sul suo nuovo racconto. In seguito ad uno sconosciuto che lo accusa di plagio, lo stress del libro e delle indagini sul misterioso personaggio porteranno il nostro protagonista a ripercorrere strade che cercava di lasciarsi alle spalle.
Il film, ripreso da un libro di Stephen King, gioca moltissimo sulla suspence, tuttavia questo sentimento si va affievolendo nel finale, lasciando spazio a scene più dinamiche e introspettive. La storia ci fa riflettere e seguiamo il protagonista che ci viene presentato come normale, ma pian piano rivela una natura distorta e folle. È un thriller molto “basic”, ottimo per chi vuole un film non eccessivamente pesante, ma vuole comunque godersi un po’ di paura.
Il mistero di Sleepy Hollow
di Niccolò Sabbatini
Regista: Tim Burton
Attori principali: Johnny Depp, Christina Ricci, Miranda Richardson
Genere: fantasy, horror
Trama: L’investigatore newyorkese Ichabod Crane viene mandato a Sleepy Hollow per indagare su una serie di morti misteriose in cui le vittime sono decapitate e per sperimentare il suo metodo rivoluzionario nel risolvere casi, ma il mistero della piccola cittadina è ben più pericoloso di una serie di semplici omicidi. Insieme ad una ragazza del posto, risalirà all’origine di tutto per scovare un colpevole apparentemente demoniaco.
Un altro film meraviglioso di Tim Burton in cui troviamo un’ambientazione cupa e grigia tipica di un villaggio britannico, una continua sensazione di qualcosa di demoniaco e un forte accento sui colori tendenti al nero.
La storia racconta di uomo che tenta una strada nuova nella ricerca della verità, ma nonostante i metodi strettamente scientifici, il suo nemico è qualcosa di sovrannaturale, e dovrà far ricorso anche alle superstizioni. È un horror leggero, molto favolistico, un ottimo film da vedere in famiglia la sera di Halloween.
Fear Street
di Sofia Pennesi
«La città, questo posto, sono maledetti e lo siamo anche noi.» – Cindy
Fear Street è una nuova trilogia slasher, basata sulla serie di romanzi di R.L. Stine, l’autore della collana Piccoli Brividi.
La prima parte di questa trilogia è ambientata nel 1994, la seconda nel 1978 e la terza nel 1666, questo andamento a marcia indietro fa sì che, piano piano, si scopra sempre più nel dettaglio la maledizione che perseguita la cittadina di Shadyside, famosa per essere il luogo con più serial killer d’America. La protagonista Deena, la sua ex fidanzata Sam, i suoi amici Kate e Simon, e il suo fratello minore Josh, che sono i personaggi principali di questa serie, scavano sempre più a fondo nella storia della loro piccola città dopo la morte improvvisa di una compagna di scuola e dei misteriosi avvenimenti che si susseguono.
È così che i ragazzi scoprono che la storia della cittadina è segnata, ormai da secoli, da attacchi omicida dei suoi abitanti e che la causa di tutto questo è la maledizione di una strega vendicativa, la giovane Sarah Fier, impiccata nel 1666. A Shadyside le cose non sono mai state come sembrano, soprattutto quando una dei protagonisti viene perseguitata dalla strega e i suoi amici la aiutano a sfuggirla ed inizia la terrificante avventura.
Nel secondo volume si torna indietro nel tempo nel 1978, quando avviene il massacro del campo estivo Nightwing, questo è un momento cruciale per i sopravvissuti del primo film e conoscere meglio la storia della maledizione per capire come fermarla.
Dopo aver capito come fermare la maledizione, i ragazzi si muovono per liberare la loro Shadyside ma per riuscirci devono ancora sentire un’ultima parte della storia, forse la più importante. Arriviamo così al 1666, questo finale è decisamente molto più spaventoso dei precedenti, anche perché affronta una delle tematiche più inquietanti del Medioevo, ovvero quella di migliaia di giovani donne uccise perché accusate di stregoneria.
Oltre agli espliciti riferimenti a Stephen King, in ogni film ci sono degli elementi facilmente riconducibili ai classici horror degli anni ‘70, ‘80 e ‘90, come “Venerdì 13” con l’ambientazione del secondo film in un campo estivo, “Scream” con la maschera da teschio del primo killer nel primo film.
Perciò, se volete qualcosa da guardare la notte di Halloween, questa trilogia sarebbe perfetta, magari al buio con i popcorn e la paura, una volta finita, che il mucchio di vestiti sulla sedia diventi un serial killer.
Solo gli amanti sopravvivono
di Marta Antonelli
“Solo gli amanti sopravvivono”, dal titolo originale “Only Lovers Left alive”, è un film prodotto da Jeremy Thomas, scritto e diretto da Jim Jarmusch e arrivato nelle sale italiane il 15 maggio 2014.
La pellicola è ambientata nel ventunesimo secolo e vi compaiono come attori protagonisti Tom Hiddleston e Tilda Swinton, rispettivamente nei panni di Adam e Eve, due vampiri sposati ormai da tempo immemore che però vivono le loro vite separatamente, uno in un trascurato appartamento nella periferia di Detroit, l’altra a Tangeri.
Entrambi provano un profondo rispetto per la vita umana, ed è per questo che ormai da molti anni non perseguitano più gli umani per procurarsi il loro nutrimento, ma corrompono dei dottori disposti a cedere delle sacche di sangue pulito in cambio di ingenti somme di denaro.
Eve passa le sue notti leggendo e andando in giro per i sobborghi affollati e caotici di Tangeri, mentre Adam, che coltiva una forte passione per la musica ormai da millenni, si dedica alla scrittura di musica underground. Eve decide di raggiungere il marito a Detroit dopo aver notato, durante una videochiamata, il suo strano comportamento, trovandolo annoiato e insoddisfatto della sua vita.
I due vampiri vengono presentati come “uomini” dall’incredibile saggezza che, avendo osservato il mondo per molto tempo dall’alto della loro natura di esseri immortali, partecipano all’evoluzione del genere umano, giudicandolo spesso in maniera negativa per la noncuranza verso il pianeta che li ospita e per le creature che vi abitano.
Le riflessioni dei due protagonisti sono pervase di consapevolezza, entrambi infatti esprimono tutta la loro afflizione ripensando al male che contamina il mondo; Adam in particolare risente emotivamente dello stato di decadenza in cui, secondo lui, versa l’umanità. La vita dei protagonisti sarà sconvolta dall’arrivo di Ava, la sorella di Eve, interpretata da Mia Wasikowska, anch’essa un vampiro, ma che, a differenza dei due amanti, sembra interessata a portare solo caos.
Il film rivaluta sotto un singolare punto di vista la figura del vampiro, un essere solitamente ritenuto malvagio e privo di rispetto per la vita umana, che invece viene elevato persino al di sopra dell’uomo. I due amanti vengono mostrati come grandi conoscitori della musica, dell’arte e delle scienze; distruggendo fin da subito lo stereotipo del vampiro come viene solitamente rappresentato.
La pellicola offre un'interessante chiave di lettura riguardo i problemi odierni del mondo, in particolare riguardo l’inquinamento, tema verso il cui i due protagonisti risultano particolarmente sensibili. Nonostante il ritmo lento, il film rimane molto piacevole da guardare perché oltre agli spunti di riflessione disseminati per tutta la durata del film, oltre la trama interessante e un finale inaspettato, i toni cupi e drammatici e la profondità recitativa degli attori protagonisti rendono il tutto molto coinvolgente.
“Solo gli amanti sopravvivono” può essere guardato sia la notte di Halloween se si cerca un'atmosfera cupa e intrigante, che in qualsiasi altro periodo dell’anno, se si è in cerca di un prodotto originale e di qualità.
Il giovane favoloso
di Francesco Diomedi e Ludovica Guetti
Di fronte agli sguardi noncuranti di studenti, lui sta lì: osserva, e da generazioni accompagna ogni mattina migliaia di alunni che ancora oggi continuano a leggere le sue opere. Chissà se nel suo silenzio sa di aver affascinato e ispirato decine di persone: artisti, scrittori e anche registi che si sono presi l’impegno di raccontare la sua poetica per com’è. È il caso di Mario Martone nel suo “Il giovane favoloso”.
Nei panni di Giacomo Leopardi troviamo un Elio Germano in forma più che mai, pronto a ripercorrere i suoi passi dall’infanzia, fino alla dolorosa morte nel 1837 a Napoli. La psicologia di un figlio pressato dal proprio padre in tenera età che riversa le sue ansie, paure e preoccupazioni nelle poesie, unica valvola di sfogo del giovane; il famoso studio “matto e disperatissimo” è rappresentato dal regista in maniera così vera che pare di sentire le storie sfortunate di un ragazzo del proprio paese.
Il rapporto morboso con la madre Adelaide influisce sulla sua formazione futura, messo in contrapposizione con la presenza amorevole dei fratelli Carlo e Paolina. Soltanto l’amore platonico fatto di sguardi con la sua “Silvia”, Teresa Fattorini, la sua musa inspiratrice, riesce in qualche modo a farlo evadere dalla realtà di soprusi a Recanati.
La ricerca di indipendenza di Giacomo, messa in contrasto con la sua oppressione, sarà proprio uno dei temi principali del film. Indipendenza che, finalmente troverà grazie ai suoi simili: i letterati, prima a Roma, e poi a Napoli, sviluppando un legame d’amore fraterno con Antonio Ranieri, che sarà un punto fisso nella sua vita, fino alla morte tra le sue braccia.
“Il Giovane Favoloso” si pone come obbiettivo quello di parafrasare la storia di un artista straordinario, inconsueto, lontano dall’immaginario di qualunque uomo e riesce nel suo intento grazie ad uno studio accurato delle opere leopardiane e a una scelta perfetta dei luoghi in cui è ambientata la storia: nelle principali città in cui è vissuto. Non solo le interpretazioni, ma anche le fattezze degli attori racchiudono a pieno lo spirito del film.
“Non ho bisogno di stima o di gloria o di altre cose simili. Ho bisogno di amore, di entusiasmo, di fuoco, di vita!” è una battuta di Germano. La passione è l’origine della vita umana e l’uomo può vivere solo sperimentando le proprie emozioni, esattamente come la vita che Giacomo Leopardi ha vissuto, in un turbine di sensazioni che lo hanno reso ancora più fragile di quanto la malattia lo aveva reso.
Chissà, forse adesso che conoscete meglio quest’uomo tanto geniale quanto fragile, vi soffermerete un po’ di più ad osservare quella vecchia statua che, dietro ad un sorriso, ha tanto da raccontare.
Amour
di Simone Formentini
“Erano persone dalla vita lenta, che non si vedevano diventare vecchie né ammalarsi né morire, ma che svanivano a poco a poco nel loro tempo, diventando ricordi, brume di un’altra epoca, finché non li assimilava l’oblio.” (da L’amore ai tempi del colera, Gabriel Garcia Marquez)
Una donna anziana stesa inerme sul letto, dei fiori tutto intorno. Con questa scena inizia Amour, di Michael Haneke, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero nel 2013 e della Palma d’oro al festival di Cannes.
Anne e Georges, un tempo insegnanti di musica, sono due anziani signori che trascorrono le loro giornate tra Schubert, vecchi allievi e bei libri. Un giorno, tuttavia, Anne viene colpita da un ictus, per il quale rimarrà paralizzata. Georges accompagna Anne nelle difficoltà della vita quotidiana, fino a raggiungere il culmine della sua disperazione.
Il rumore dei passi sulle scale, la porta chiusa, l’acqua che scorre dal rubinetto, un piccione che vola dentro la casa e la pervade dell’eco del suo battito d’ali, portatore di un messaggio confuso o perso nel tempo, il rimpianto di una vita o la nostalgia della giovinezza. Così il regista crea momenti di placida poesia in un’atmosfera sospesa e silenziosa, all’interno dell’involucro di amore nel quale i due coniugi sono avvolti, rendendo alla perfezione le loro vite lente e solitarie in una messa in scena essenziale.
Jean-Louis Trintignant e Emmanuelle Riva interpretano con grande sensibilità la coppia di anziani signori protagonisti, vivificando le emozioni e celando negli sguardi tutto l’amore di una vita trascorsa insieme, come fossero realmente longevi compagni. Molto brava anche Isabelle Huppert nei panni della figlia Eve, anche lei musicista. Tre grandissimi attori del cinema francese diretti senza artefici o sentimentalismi.
Haneke, regista austriaco di film come “La pianista” e “Il Nastro Bianco”, racconta una storia sul declino della vecchiaia seguendo due strade complementari: il deterioramento fisico di Anne, rapido e inesorabile, e quello psicologico di Georges, che vede la vita lentamente scivolare via dal corpo della donna con cui ha condiviso l’amore, la passione, la vita, e con cui, purtroppo, sa che non condividerà la morte. Perché questa è la consapevolezza che lo accompagna, che resterà solo dopo di lei, e solo sarà al momento della fine. E mentre Anne va via via consumandosi e perdendo il controllo del suo corpo, sovvengono e si mescolano nella memoria i lenti ricordi di lei al piano, insopportabili di fronte alla sofferenza e alla malattia della moglie.
Una meravigliosa storia sull’ultimo petalo rimasto della rosa dell’esistenza dei protagonisti, dove ogni sguardo e respiro è intriso d’amore.
In the mood for love
di Letizia Maria Petracci
“Forse sarei più felice. Non immaginavo che la vita a due fosse così complicata.”
A distanza di venti anni dalla prima proiezione in sala, il film cinese “In the mood for love” è più attuale che mai perché racconta una storia che è, in realtà, la storia di tutti e di nessuno: un rapporto matrimoniale che non soddisfa più i protagonisti, il desiderio di qualcosa di nuovo, il fascino del tradimento, la ricerca della dolcezza e della felicità in un rapporto, sono situazioni che rappresentano la natura volubile di qualunque uomo.
In questo film la trama non conta: è una pellicola per ragionare su sé stessi e sui rapporti interpersonali, ma soprattutto, per inebriare lo spettatore con un mondo di immagini, suoni e colori accecanti e quasi irreali.
Il regista Wong Kar-wai ama queste storie d’amore tormentate, al limite dell’accettabile dalle tradizioni sociali: anche in “Hong Kong Express”, i protagonisti non riescono a raggiungere mai uno stato di quiete nella relazione, come se per l’uomo fosse impossibile far progredire in maniera positiva una relazione. Tutte le situazioni più difficili, in entrambi i film, sono accompagnate da musiche molto accattivanti, quasi a riempire quel vuoto che c’è tra i due amanti.
Nonostante il regista non abbia una visione particolarmente positiva del rapporto a due, il film è comunque molto romantico: ogni dettaglio è curato al massimo come se lo spettatore stesse assistendo a una fiaba; i costumi sono meravigliosi, in particolare i vestiti della protagonista sembrano piccole opere d’arte e i dialoghi, pochi ma profondi, lasciano riflettere lo spettatore, che empatizza con i problemi dei protagonisti.
Regna la bellezza in un film dove l’amore, che è di solito la forza positiva in ogni storia, è invece la causa delle sofferenze: non c’è spazio per la volgarità, tanto che nelle scene in cui il rapporto tra i due dovrebbe diventare fisico, il regista preferisce farli mangiare insieme l’uno di fronte all’altra.
Se lo spettatore desidera lasciar andare i propri pensieri e vivere un’esperienza, dovrebbe scegliere questa pellicola, per fare propri i consigli del film e creare nuovi ricordi e immagini che lo accompagneranno a lungo.
“Nel passato se uno aveva un segreto e non voleva assolutamente che qualcuno lo sapesse, lo sai che faceva?”
LIBRI
Lavinia
di Alessia Azzurro
Pubblicato il 21 aprile del 2008 dalla scrittrice americana Ursula K. Le Guin, il libro “Lavinia” racconta per l’appunto la storia di Lavinia, la figlia del re Latino, moglie di Enea la quale compare nell’opera di Virgilio l’Eneide. Nonostante Ursula K. Le Guin scrivi libri prevalentemente a tema fantascientifico, riesce perfettamente a descrivere l’ambiente del periodo precedente alla fondazione di Roma, le tradizioni, i rituali, le abitudini.
La scrittrice decide di parlare proprio di Lavinia perché a questo personaggio nel poema non viene conferita parola, quindi, basandosi sui fatti dell’Eneide, ne inventa la storia. La vicenda è raccontata in prima persona dalla stessa Lavinia che inizia a rivelare già dalle prime pagine aneddoti che nell’Eneide non sono approfonditi. Per esempio, il rapporto con la madre la quale, rispetto da quanto detto da Lavinia, dopo la perdita della prole maschile sembra aver cambiato completamente l’atteggiamento verso la figlia; il rapporto con il padre, il quale dimostra affetto verso di lei e cerca di garantirle il meglio.
Infine l’incontro con Turno, futuro marito imposto da Amata, che poi allontanerà da sé decidendo di sposare Enea. Ursula parla anche del rapporto che Lavinia ha con Ascanio, figlio di Enea avuto dalla precedente moglie Creusa, il quale, a differenza della descrizione virgiliana, viene presentato come un personaggio odiato da molti. Lavinia col passare del tempo viene rappresentata come un personaggio forte e con abili doti da regina che un giorno riuscirà a riappacificare i popoli.
Colpiscono molto di questo libro le scene di lei da piccola, non ancora cosciente del suo destino, sopraffatta da molte vicende che la portano a crescere. Ursula inoltre rende la protagonista cosciente di essere il personaggio di un poema, dato che quest’ultima esprime spesso pareri su Virgilio e l’Eneide in generale, anche per quanto riguarda la scelta di non farla parlare.
Questo romanzo, purtroppo per alcuni, è di difficile reperibilità in italiano, nonostante ciò la versione inglese è comunque comprensibile, anche se con espressioni abbastanza articolate, restando una lettura consigliata per gli amanti del poema virgiliano e del genere narrativo in particolare.
Correre Oltre Me
di Francesco Ercoli
Correre Oltre Me è la l’autobiografia, romanzata, di Samuela Baiocco, nata a Fermo il 27 novembre 1970, con un importante limite fisico che le ha impedito di utilizzare pienamente gambe e braccia. L’autrice grazie alla sua forza di volontà e all’incredibile voglia di vivere è riuscita a costruire una vita pressoché normale.
I genitori, nonostante l’evidente handicap congenito, la avviano ad una vita normale. Dopo, infatti, lunghi ricoveri ospedalieri all’ospedale “Rizzoli” di Bologna e ad importanti interventi chirurgici, Samuela torna a casa ed intraprende il percorso scolastico, frequenta sempre e solo scuole normali, dall’infanzia fino alla laurea in sociologia, conseguita con il massimo dei voti e dichiarazione di lode. (Dal sito dell’autrice: www.samuelabaiocco.it)
Il libro, dedicato a “Chi ha Creduto in me, nonostante tutto” si apre con due citazioni filosofiche che l’autrice fa sue: “Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione” (F.Hegel) e “Ciò che non mi distrugge mi rende più forte” (F. Nietzsche)
L’autobiografia dell’autrice narra gli avvenimenti più importanti, le conquiste e le delusioni della sua vita, ma anche i suoi sogni e le sue infinite lotte. La storia parte con la descrizione dell’arrivo di Samuela in Irlanda, viaggio che rappresenta la realizzazione di uno dei suoi più grandi sogni; qui seppur con molte difficoltà l’autrice riesce a godersi appieno ogni istante.
La narrazione prosegue con un enorme flashback dalla durata dell’intero libro fino al penultimo capitolo, in cui l’autrice racconta la storia di tutta la sua vita, dalla nascita fino all’arrivo nelle isole Aran. Samuela è la voce narrante che immersa nei ricordi ci racconta di tutti quei momenti in cui, grazie alla sua testardaggine e alla sua forza di volontà, riesce a superare situazioni difficili e imprevisti inaspettati. Fra racconti più personali e descrizioni di normale quotidianità, l’autrice ripercorre dunque tutta la sua vita, mettendo in risalto molti dei pregiudizi che è stata costretta a subire e tutti quegli eventi che nel bene o nel male hanno lasciato in lei un segno.
Ho conosciuto l’autrice grazie ad un evento tenutosi proprio nel parco dietro casa mia nell’estate del 2020. Samuela Baiocco ha presentato il suo libro raccontando aneddoti e fatti divertenti, mostrando per tutta la durata della presentazione una tenacia enorme, la stessa tenacia che le ha permesso di vivere una vita normale. È stata proprio questa tenacia che mi ha convinto quella sera a comprare e a leggere questo libro straordinario.
Un libro dal titolo problematico: “Senza dogma”
di Laura Fiorella Necoara
Il libro “Senza dogma” (in polacco “Bez dogmatu”), di Henryk Adam Aleksander Pius Sinkiewicz, vincitore del Premio Nobel nel 1905 per “Quo vadis?”, ha un titolo quanto di può variegato nelle sue svariate edizioni italiane. C’è chi ha ritenuto opportuno adattarlo con “Nell’Ignoto”, anche se il romanzo poco, o nulla, ha a che fare con un simile titolo; c’è chi, invece, ha preferito “Oltre il mistero” anche se di misteri non ce n’è neanche l’ombra. La ricerca di questo libro, dunque, è costellata di mille difficoltà legate anche, in parte, alla relativa rarità di questo piccolo gioiello. Ma, bisogna dirlo, nessuna fatica è superiore al piacere di questa lettura.
La vicenda è ambientata tra Roma e Varsavia, sul finire del XIX secolo e ritrae la vita sentimentale di Leon Płoszowski, un ricco trentacinquenne polacco che, grave mancanza agli occhi di sua zia, non è ancora sposato. Dal tentativo di questa di sposarlo ad una giovane di nome Aniela nascerà in lui un intenso sentimento amoroso che, però, verrà ostacolato dallo scetticismo di cui egli soffre. A questo punto il personaggio comincia a interrogarsi sulla sua mancanza di certezze e di dogmi che comincia ad essergli di peso dando il via a riflessioni sulle più svariate tematiche. La storia alterna momenti di incrollabile speranza a istanti di profonda disperazione finché, nel finale, non scopriamo se Leon potrà coronare il suo sogno d’amore o è condannato a restare solo con le sue infinite domande.
La lettura è molto scorrevole, le descrizioni sono gradevoli e non scadono mai nella noia. L’intera vicenda è raccontata con realismo e con gusto. La riflessione sul potere salvifico o distruttivo dell’amore è implicita, ma nasce spontanea nel lettore una volta chiuso il libro.
Non importa quanto difficile possa essere procurarsi questo libro: vale totalmente lo sforzo, tanto da potersi considerare all’altezza dei classici più autorevoli.
La misura eroica
di Letizia Mecozzi
“Arriva, irrimandabile, il viaggio che spinge gli uomini a salpare”. Argonautiche (Apollonio Rodio)
“Senza preavviso, senza essere annunciato da alcun vento, arriverà il viaggio che spingerà l'uomo a compiere quel gesto arcaico proprio di ogni essere umano: varcare la soglia e fare un passo oltre, anzi dentro la propria vita.” Esordisce così la scrittrice Andrea Marcolongo nel romanzo “La misura eroica” nel quale ci svela il percorso da intraprendere per diventare adulti e, quindi, eroi.
E lo fa attraverso le vicende narrate da Apollonio Rodio nelle “Argonautiche”, poema epico in cui il protagonista è il giovane Giasone, chiamato a superare una difficile prova: recarsi nella lontana Colchide ed impossessarsi del vello d'oro, la magica pelle dorata di un ariete alato, capace di volare.
Tale manto era nelle mani del crudele Eeta, signore di una remota regione d'Oriente. Giasone era il figlio del grande Esone, re di Iolco, in Tessaglia. Suo zio, lo spietato Pelia, aveva usurpato il trono del padre ed aveva chiesto al nipote di riportare in Grecia il vello d'oro. Solo in quel caso egli avrebbe liberato Esone. Anche se l'impresa era impossibile perché la Colchide era lontanissima e innumerevoli erano le insidie del mare, il giovane accolse la sfida di partire.
Salpò a bordo di Argo, la prima nave al mondo costruita da mano umana e, secondo i mitografi antichi, la prima a solcare il mare. Cinquanta giovani accorsero da tutta la Grecia per partecipare all'impresa ed essi furono chiamati con il nome della nave: Argonauti. “Spiccavano come stelle così luminose da tagliare le nuvole, tanta è la bellezza che dona il coraggio di partire.”
Gli oracoli avevano predetto a molti di loro che sarebbero morti, che non avrebbero fatto ritorno, eppure avevano deciso di partire ugualmente, per crescere e provare ad essere eroi. “Eroe per i Greci non era colui che vinceva, ma chi accettava di misurarsi in qualcosa di grande, chi tentava di superare sé stesso ed i propri limiti. Fallire non contava. Vittorie e sconfitte non erano il metro dell'eroismo. Da millenni eroe è chi decide la sua vita; la sua misura sarà sempre eroica perché sarà quella della sua felicità.”
Il viaggio di Giasone rappresenta il viaggio di crescita, il superamento di quella linea d'ombra che permette di diventare adulti, senza rimandare, assumendosi il proprio carico di responsabilità e svolgendo quel compito destinato ad ognuno di noi. Nell'itinerario di tale viaggio moltissimi saranno gli ostacoli e capiterà allora di ascoltare la voce degli alibi, di indugiare e di commettere molti errori.
Infatti gli Argonauti, appena due giorni dopo la partenza, si fermarono sull'isola di Lemmo, cedendo alla monotonia. Poi, scossi dai rimproveri di Eracle, uno degli Argonauti stessi, ripartirono pur avendo commesso un errore. Ma non è essenziale superare una o più prove durante il viaggio; ciò che conta è riuscire a compiere da soli un percorso che preparerà alla vita, rendendo maturi. E la maturità non è un risultato o un traguardo ma una ricerca e, come tale, si realizza progressivamente.
Alla fine Giasone raggiunse la Colchide dove era situato, presso la foce del fiume Fasi, un bosco oscuro in cui il vello d'oro era sorvegliato giorno e notte da un pauroso serpente che non chiudeva mai gli occhi. Eeta propose al giovane Argonauta una prova insuperabile: per ottenere il vello d'oro egli, da solo ed in un solo giorno, avrebbe dovuto aggiogare due tori dalla bocca di fuoco e dai piedi di bronzo, legarli all'aratro e mietere un campo di quattro iugeri, seminando poi denti di drago. Da essi sarebbero germogliati guerrieri di bronzo e Giasone avrebbe dovuto falciarli e, successivamente, avrebbe dovuto riportare i tori al pascolo.
Pur nella consapevolezza dell'assurdità della prova richiesta, il giovane scelse di affrontarla. La forza ed il coraggio che animavano il suo cuore lo convinsero a non tradire sé stesso, a rispettare i suoi sogni, pur sapendo che probabilmente sarebbe morto e che avrebbe fallito. In questo modo egli trovò la sua misura eroica perché “eroe non è chi arriva primo ma chi non è mai secondo a sé stesso.”
Alla fine Giasone riuscì a portare a termine la prova e a diventare uomo e quindi eroe. Prese il vello d'oro. La fune fu tagliata ed Argo iniziò il suo viaggio di ritorno. Ciò che accadde agli Argonauti ci insegna che, per compiere il viaggio di crescita e per superare la linea d'ombra, occorre avere una dose infinita di coraggio che deve incendiare la paura come un fuoco ardente.
L'ombra del vento
di Serena Di Stefano
È arrivata la stagione autunnale e cosa c’è di meglio dello stare al calduccio sotto le coperte, mentre si sorseggia un tè bollente e si legge un buon libro? A tal proposito, in questo articolo vi parlerò di un meraviglioso romanzo che potrebbe fare al caso vostro ed essere una delle vostre prossime letture!
Il libro in questione è “L’ombra del vento” di Zafòn, indubbiamente una delle voci più significative della narrativa internazionale, autore di numerose storie che hanno affascinato lettori di tutto il mondo.
Ci troviamo a Barcellona, in una mattina d’estate del 1945, quando l’undicenne Daniel Sempere viene accompagnato dal padre in un luogo tanto affascinante quanto misterioso: il Cimitero dei Libri Dimenticati. È qui che vengono sottratti all’oblio migliaia di volumi che nel corso degli anni sono andati perduti e Daniel ha il compito di sceglierne uno, strapparlo via da quel regno di carta e restituirgli nuovamente la vita, prendendosene cura per sempre. È in questo modo che il giovane Daniel entra in possesso dell’inquietante opera di Julián Carax, “L’ombra del vento”.
La storia narrata è molto, anzi, fin troppo simile alla vita di Daniel che, dopo aver divorato il romanzo nel giro di una notte, decide di indagare sulla vita di questo misterioso autore del quale, a quanto pare, sono rimaste pochissime opere in circolazione. La vita di Daniel cambia, fatti macabri e presenze inquietanti iniziano a turbare e a sconvolgere la sua esistenza.
Nel corso della narrazione verremo a conoscenza di moltissimi personaggi, come il mitico Fermín Romero de Torres, che aiuterà Daniel in tutte le sue avventure e rappresenterà per lui un amico su cui poter sempre contare. D’altro canto incontreremo anche personaggi che ostacoleranno il protagonista nella risoluzione di tanti oscuri misteri, come Francisco Javier Fumero, capo della Squadra Criminale di Barcellona, e Laín Coubert, personaggio che nei libri di Carax rappresenta il diavolo.
Accompagneremo ogni personaggio in questa storia ricca di mistero, colpi di scena che si alternano a momenti più teneri e commoventi, ai quali fa da sfondo una Barcellona perennemente avvolta dalla foschia, l’atmosfera è caliginosa, come se un velo grigiastro fosse posato su tutta la città e influenzasse persino i sentimenti dei personaggi.
È un libro meraviglioso che consiglio a tutti, Zafòn riesce con la sua penna a coinvolgere il lettore attraverso un linguaggio semplice ma efficace e sarà impossibile staccare gli occhi dalle pagine. Al tutto si aggiunge l’atmosfera tetra e sinistra che tanto ammalia noi lettori e i personaggi, che dire? Sarà impossibile dimenticarli, non potremo fare a meno di scolpirli nel nostro cuore.
The Promised Neverland
di Sveva Maria Pilati
"The promised neverland" è un manga dark fantasy e thriller scritto da Kaiu Shirai e disegnato da Posuka Demizu. Questa serie si legge tutta d’un fiato perché è emozionante, ricca di colpi di scena, suspence e, in alcuni momenti, ha dei tratti horror.
La protagonista è Emma una ragazzina di 11 anni, che vive in un orfanotrofio, insieme ai suoi fratelli acquisiti, sotto le amorevoli cure di mamma Isabella. La vita scorre tranquilla e felice, finché un giorno Conny, una bambina di 4 anni, viene adottata. Non molto tempo dopo la partenza della piccola, Emma e Norman si accorgono che la loro sorellina ha dimenticato il suo peluche preferito, così si affrettano per restituirglielo.
Una volta varcato il cancello, che è sempre stato l’unico divieto impostogli dalla madre, i due cercano la bambina, ma all’improvviso si accorgono di un camion ed al suo interno trovano una scena raccapricciante: il corpo senza vita di Conny!
I due sconvolti da quella vista iniziano a porsi delle domande, ma ad un tratto sentono delle voci e si nascondono sotto il veicolo, lì sotto notano dei mostri antropomorfi conversare con Isabella ed apprendono la terrificante verità: i bambini sono cibo per quelle creature spaventose! Ritornati alla struttura i due amici decidono di creare un piano per evadere da quella prigione.
Questa serie mi è piaciuta molto per l’intensità della storia e del ritmo, per la scelta di una protagonista femminile, dato che nella maggior parte dei manga di questo genere, questo ruolo è solitamente maschile. Ho amato e trovato bellissimo ed espressivo il tratto di Posuka Demizu, sia per il design dei personaggi, sia per le ambientazioni. In alcune tavole ho avuto la pelle d’oca per quanto sono rappresentati bene i momenti di tensione raccontati da Kaiu Shirai, tanto che mi è sembrato di vivere quelle situazioni insieme ad Emma Norman e Ray, che sono i tre personaggi principali.
Consiglio questo manga a tutti coloro che amano le atmosfere cupe e sinistre, ad alta carica emotiva, oppure semplicemente vogliono leggere qualcosa di diverso dalle solite storie ed immergersi in un’avvincente storia stile escape room.
MUSICA
Il Jazz
di Alice Cruciani
Ottobre è il mese delle castagne, delle zucche e di Halloween, la famosa festa americana che da qualche anno riempie di fantasmi e scheletri le strade dell’Europa, mi ha fatto venire in mente New Orleans, una città della Louisiana, famosa per il suo rapporto con l’aldilà e la stregoneria: arti nate dall’incontro delle tradizioni africane con la cultura americana.
Curioso è il collegamento tra questo mix di culture e questa città con la nascita del jazz.
Il Jazz è un genere musicale che nasce proprio a New Orleans agli inizi del 1900 dalla fusione delle canzoni popolari dei nativi africani con la tradizione musicale statunitense. Inizialmente erano canzoni di lavoro nelle piantagioni usate per coordinare i movimenti, che poi divennero un vero e proprio genere musicale che, grazie anche all’influenza degli immigrati italiani, spopolò in tutta l’America e in seguito in Europa.
Gli elementi su cui questo genere musicale si basa sono il ritmo e l’improvvisazione.
La tipica formazione jazzistica è costituita da un gruppo di dimensioni limitate: la combinazione più frequente è il quartetto formato da batteria, contrabbasso, piano e uno strumento solista, come la tromba o il sax; ma si può variare dalle esibizioni solistiche fino al nonetto. Gli strumenti utilizzati inizialmente erano gli ottoni e in seguito sono stati affiancati da pianoforte, batteria e contrabbasso.
La bellezza del jazz è di essere uno stile musicale libero, che permette ai musicisti di dar sfogo all’immaginazione e di esprimersi senza doversi preoccupare di dover seguire precise strutture: le uniche regole sono ascoltare, nel caso si suoni in compagnia, seguire il ritmo e divertirsi con il proprio strumento.
A primo impatto può sembrare che il jazz richieda un minimo di conoscenza musicale per essere gustato maggiormente, e forse è anche così, ma con le caratteristiche che possiede, come il suo ritmo sciolto e le melodie diverse da quelle che siamo soliti ascoltare, è impossibile annoiarsi e non divertirsi ad ascoltarlo!
Musica come trascrizione del dolore
di Alice Malintoppi
Ci circonda, è attorno a noi, così silenziosa ma, allo stesso tempo, così rumorosa...
Nei locali, per strada. Risuona nelle macchine, nelle cuffie di ogni studente che, alle prime luci dell’alba, rifiuterebbe l’ascolto di qualsiasi voce eccetto quella del suo cantante preferito. La musica è, ormai, sangue fluente e nelle vene per ognuno di noi: è linfa vitale che nutre la nostra anima.
Musica, in sé, è l’arte di creare della serie di suoni. Leggiamo una miriade di discussioni riguardo nuovi generi, stravaganti melodie e canzoni che non rispettano i canoni precisi che abbiamo in testa, ma davvero, chi siamo noi per giudicare quello che per una persona è stata fonte di gioia, soddisfazione, e perché no, sfogo?
La musica per tante persone è davvero salvezza, un modo per esprimere la propria arte, per sfogarsi dal dolore che sentono dentro. Trascrivono le loro emozioni su un foglio di carta, o tra le note di un cellulare, o in un qualsiasi posto per fermarle.
Fermarle e tradurre i sentimenti e le percezioni, decifrare il complicato linguaggio dell’anima creando capolavori. Il dolore insegna sempre qualcosa, per quanto pesante da sopportare possa essere, ha in sé qualcosa dal quale si può trarre saggezza e dalla quale si possono creare magnificenze, e proprio dal lato più oscuro di noi.
Ecco, questo aspetto della musica mi ha sempre affascinata. La musica è un amico fragile ma stabile. Non ti abbandona mai, qualunque cosa succeda, la ritrovi nel tuo Spotify, tra le corde di una chitarra, tra i tasti di un pianoforte, tra i solchi di un vinile ma soprattutto nelle pieghe della tua anima. Infatti è proprio lì che si trova la musica, perlomeno per me, nella camera più profonda del cuore, dove tengo le note del cuore, dove sono trascritti tutti quei testi che, anche col passare del tempo, riaffiorano nella nostra mente stupendoci ogni volta. Facendoci dire “come faccio a ricordarla ancora?”.
Ecco, con la musica funziona così, crea un marchio indelebile in ogni di noi che nemmeno il tempo riesce a cancellare. La musica è emozioni e ricordi. Come appena ascolti una canzone e ti viene in mente quella persona, quel posto, quella determinata situazione, quella dannata nostalgia... a me piace proprio per questo: riesce a farmi rivivere quel momento ad libitum, ogni qual volta vorrò sentirmi in un determinato modo prenderò quel vinile e lo farò suonare così da far vibrare le corde dell’anima ed avvicinarmi a qualcosa di eterno, quel qualcosa, per me, è la musica.
Flop e Blu celeste: album del momento in Italia
di Diego Frattani e Andrea Scipioni
FLOP
Antipatico: 6.5, Mi sento bene: 7, Criminale: 8, Ghigliottina: 9, In trappola: 6.5, La chiave: 7, Kumite: 7.5, Che ne so: 4.5, Yhwh: 8, Hellvisback: 6.5, A Dio: 9, Fuori di testa: 7, Marla: 7, L'angelo caduto: 9, Vivo: 9, Flop: 7.5, Aldo ritmo: 6
VOTO COMPLESSIVO: 8+
“Flop” solo di nome: il nuovo disco di Salmo è tutt'altro che un flop, è anzi una redenzione dalla delusione di “playlist” a nostro parere. Un album da mille sfaccettature, contornato da piccole perle che ricordano il vecchio Salmo che manca a tutti. Ci sono molte influenze del Rock e del Rap old school, molti testi sono profondi, mentre altri più frivoli e commerciali. Nonostante qualche canzone più deludente, resta un ottimo album che vale la pena da ascoltare.
P.S.: Se sei Fabio Petrini non ascoltare questo album.
BLU CELESTE
Mezz'ora di sole: 7, Notti in bianco: 9, Figli di Puttana: 8+, Blu celeste: 9, Sai cosa c'è: 7, Paraocchi: 9+, Lucciole: 10, Finché non mi seppelliscono: 7, Pornografia (bianco paradiso): 7, David: 7, Ladro di fiori: 9, Afrodite: 8
VOTO COMPLESSIVO: 9+
Blu Celeste rappresenta un ottimo esordio per l'astro nascente della scena italiana Blanco. L'artista appena diciottenne riesce a creare con le sue canzoni un'atmosfera incredibile, grazie al suo timbro particolarmente melodico, alla complessità e profondità dei suoi testi che non rispecchiano la sua età.
Una curiosità di questo disco è che è da solista, infatti il giovane cantante preferisce lasciare i featuring da parte, per lasciare spazio al suo talento che ha fatto innamorare molti suoi fan. Concludiamo col dire che la sua valutazione è ben concorde da entrambi, come pensiamo dal resto dei suoi ascoltatori...consigliatissimo!
La New Wave
di Giulia Pistolesi
Joy Division |
La New Wave, letteralmente ‘’Nuova Onda’’, è un movimento musicale e culturale, nato verso la fine degli anni ‘70 che ha dominato la scena musicale mondiale per l’intero decennio successivo. Nata nell'ambiente underground della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, la New Wave non può essere definita come un unico genere, bensì come un insieme di diversi stili, come il Blues, il Rock, il Pop e soprattutto il Punk. I gruppi e i musicisti che in questo periodo si sono distinti e hanno raggiunto il successo sono tanti. Di seguito citerò solo alcuni degli artisti che, a mio parere, hanno davvero rivoluzionato la musica del tempo e hanno influenzato intere generazioni successive.
The Cure è un gruppo britannico formatosi nel 1976 che si guadagna sicuramente un posto tra i pionieri della New Wave. Robert Smith, cantante, songwriter, chitarrista e unico membro fisso, grazie ai suoi testi malinconici e alle melodie inconfondibili ha portato la band alla fama globale, salendo in vetta alle più importanti classifiche musicali internazionali. Dopo il fortunato album di esordio del ’79 ‘’Three imaginary boys’’ e il famoso singolo ‘’Boys don’t cry’’, i Cure hanno pubblicato la cosiddetta ‘’trilogia dark’’, composta dagli album ‘’Seventeen seconds’’ (‘80), ‘’Faith’’ (‘81), ‘’Phornography’’ (‘82) in cui temi ricorrenti sono la desolazione del mondo, la solitudine e l’oscurità. Con il passare del tempo il gruppo si è staccato dal genere, sempre però dando luce a canzoni di enorme successo come i singoli ‘’Friday, I’m in love’’, ‘’High’’, ‘’Closer to me’’ e ‘’Just Like Heaven’’.
Joy Division nati nel ‘77 a Manchester, seppur con due unici album, "Unknown pleasures" (‘79) e "Closer" (‘80), hanno lasciato un segno indelebile nella scena musicale di questi anni. Ian Curtis, cantante e scrittore dei testi, morto suicida a soli 23 anni, ha ripreso molte caratteristiche dai Cure: le canzoni, infatti, girano attorno alle tematiche sia del vuoto e della freddezza interiore sia della solitudine. Il primo album, ‘’Unknow pleasures’’ con canzoni come ‘’Disorder’’ e ‘’She’s Lost Control’’ è tutt’oggi considerato un disco cult della New Wave. Dopo la scomparsa di Curtis, i membri restanti hanno fondato un nuovo gruppo che, seguendo la scia dei Joy Division, ha trovato successo: i New Order.
The Police, la famosa band di Sting considerata tra i fondatori del genere, ha avuto il suo esordio nel '77. Il primo singolo del gruppo, "Fall out", con il suo mix di stili è considerato un simbolo del movimento."Outlandos d'amour" (‘78) con ‘’Roxanne’’, "Regatta de blanc" (‘79) con ‘’Message in a Bottle’’e "Zenyatta mondatta" (‘80) con ‘’Don’t Stand so close to me’’ sono i capolavori composti dalla band prima che imboccassero la strada del Pop Rock.
SPORT
Le Paralimpiadi: il luogo in cui arrivavo gli Eroi
di Benedetta Brandani e Celeste Maria Ruta
“Attraverso lo sport riusciamo a far capire che una cosa vista come un difetto, come un’amputazione o una disabilità, diventa una cosa di cui noi andiamo fieri” -Bebe Vio
Le Paralimpiadi, o Giochi Paralimpici, sono le Olimpiadi parallele in cui gareggiano gli atleti con disabilità; la prima edizione si svolse a Roma nel 1960 con la partecipazione di 400 atleti rappresentanti di 23 Paesi, ma già nel 1948 Ludwig Guttmann aveva organizzato una competizione sportiva per i veterani della seconda guerra mondiale.
Quest’anno le Paralimpiadi sono state un po’ oscurate dalle Olimpiadi, in cui siamo stati più e più volte sul gradino più alto del podio e abbiamo conquistato molte importanti medaglie, e dalle storiche affermazioni nel calcio, nel tennis e nel volley, ma, ciò nonostante, la spedizione paralimpica italiana partita per Tokyo ha portato a casa grandi successi in diverse discipline, tra cui, nuoto, scherma, ciclismo, atletica leggera ed altre.
In primo luogo la centometrista diciannovenne di Livorno, Ambra Sabatini, ha conquistato l’oro nella categoria T63, correndo in 14’’11 e stabilendo il nuovo Record del mondo. Assieme a lei sul podio sono salite anche Martina Caironi e Monica Contrafatto, che si sono posizionate rispettivamente seconda e terza correndo con un tempo di 14’’46 e 14’’73 regalandoci una straordinaria e storica tripletta tricolore.
Un altro atleta italiano ad aver raggiunto il record mondiale e la vetta del podio è il nuotatore Antonio Fantin, che ha vinto i 100 m stile libero per la categoria S6 ed inoltre ha gareggiato i 400 m stile libero conquistando l’argento. Una straordinaria conquista c’è stata anche nel ciclismo, dove, nella prova a cronometro in linea H1-5 mista, Paolo Cecchetto, Luca Mazzone e Diego Colombari hanno conquistato l’oro chiudendo la gara con un tempo di 52:32.
Nel medagliere non poteva mancare la squadra di fioretto femminile che quest’anno era composta da Bebe Vio, Loredana Trigilia e Ionela Andreea Mogos e che ha conquistato il secondo posto essendo stata battuta in finale dalla Cina per 45-41.
Bebe Vio, la portabandiera degli azzurri in questa edizione delle paralimpiadi di Tokyo, è la campionessa indiscussa nella scherma paralimpica; infatti, dopo aver portato a casa l’argento nella gara a squadre, ha conquistato la medaglia più prestigiosa battendo ancora una volta la cinese Jingjing Zhou per 15-9 vincendo così il suo secondo oro paralimpico nel fioretto individuale. La spedizione italiana alle Paralimpiadi di Tokyo di quest’anno ci ha regalato un medagliere da record, secondo solo a quello ottenuto nell’edizione Roma 1960 (80 podi).
11 discipline, 14 ori, 29 argenti e 26 bronzi per un totale di 69 medaglie. Questo splendido risultato è la dimostrazione che, nonostante le difficoltà, in cui possiamo imbatterci nella vita, la forza di volontà, la tenacia e la voglia di superare i nostri limiti possono permetterci di raggiungere i nostri sogni e diventare supereroi; e come dice Alex Zanardi: “Più dura è la lotta, più grande è il trionfo”.
It's coming Rome
di Ludovica Guetti
11 luglio 2021: una data che racconta tanto di questa estate tutta italiana… Dopo 53 anni, l’Italia torna a vincere un europeo che sembrava impossibile dopo la grande delusione dei mondiali del 2018.
Con quel primo 3 a 0 contro la Turchia avevamo già capito che questa nuova Italia di Roberto Mancini non ci avrebbe deluso… e così è stato! Una squadra forte, determinata che ha saputo reagire con caparbietà e volontà ad un trofeo che mancava da troppo tempo.
La gioia di alzare quella coppa in una umida serata londinese a Wembley, dopo quella fantastica e decisiva parata, contro l’Inghilterra, padrona di casa; quella stessa Inghilterra superba in campo e troppo sicura di vincere in uno stadio tutto suo.
Una felicità enorme vedere le nostre iniziali incise su quel trofeo: forse perché dopo un anno difficile colmo di paura, di tristezza e sconfitte, un anno di riprese, di speranza e di obbiettivi, quella vittoria in fondo ce la meritavamo noi: capace di far sorridere e festeggiare 60 milioni di Italiani in un’unica persona, in 3 unici colori.
Flower City
di Sveva Maria Pilati
Non perderti il video! https://youtu.be/IwA-G4o3EY4
In Cina i lavori per la costruzione dello stadio Flower City sono già incominciati, la struttura avrà la forma di un fiore di loto perché Guangzhou è conosciuta in patria come città dei fiori: la corona si andrà a comporre di petali sovrapposti e da tratti cromatici viola-rosso-gialli, che affascinerà il pubblico con meravigliosi giochi di luce.
L’arena calcistica sorgerà su una superficie di circa 150.000 metri quadrati e sarà la più grande al mondo, con una capienza di 100.000 posti a sedere, 16 VIP suite private, 152 VIP suite ed Area FIFA, superando il Camp Nou di Barcellona con una capacità contenitiva di 99.000 spettatori.
Per la sua edificazione il gruppo Evergrande, proprietario della società di calcio, pagherà 12 miliardi di yuan, circa 1,7 miliardi di dollari, la speranza del presidente Xia Haijun è di terminare l’enorme opera entro il dicembre 2022, in modo da poter ospitare la partita inaugurale della XVIII edizione della Coppa d’Asia, che si terrà nel 2023.
Il nuovo impianto sarà la casa dei campioni cinesi in carica del Guangzhou Evergrande Taobao, che allenati da Fabio Cannavaro, puntano a conquistare il nono titolo in 10 stagioni.
ARTE
La mostra di Escher
di Matilde Vitali
Maurits Cornelis Escher, Giorno e notte, 1938, xilografia a due colori 39,3 x 67,8 cm |
“Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile”
Questa è una delle citazioni più celebri dell’artista Maurits Escher, che con le sue opere, basate su illusioni ottiche, prospettive impossibili e metamorfosi, ha saputo affascinare una tale quantità di persone da essere ricordato come uno tra i più importanti grafici e incisori.
La particolarità, la complessità e la bellezza delle sue opere hanno fatto in modo che il mondo cinematografico, stilistico, televisivo e musicale prendessero spunto proprio da queste creazioni per album, capi di moda, pubblicità, scenografie… Quest’anno per la prima volta la città di Genova ha avuto la possibilità di ospitare una mostra dell’artista Escher al palazzo Ducale. Organizzata in 8 sezioni, l’esposizione presenta un excursus della sua intera e ampia produzione artistica.
Infatti si possono ammirare oltre 200 opere dell’artista, tra le quali ricordiamo le più emblematiche e conosciute, come “Mano con sfera riflettente”, “Vincolo d’unione”, “Metamorfosi II”, “Giorno e Notte”. Da non dimenticare i paesaggi da lui creati durante il lungo e amato soggiorno in Italia, interrotto a causa della sua riluttanza nei confronti del regime fascista.
In ogni sala sono poste delle tappe interattive che hanno lo scopo di aiutare l’osservatore a comprendere meglio ciò che determinate opere possono trasmettere. Ad esempio per rendere i visitatori protagonisti dell’opera “Mano con sfera riflettente”, è installata una parete con sfere concave e convesse dalle quali c’è la possibilità di specchiarsi e vedersi secondo differenti distorsioni spaziali. Al giorno d’oggi molti giovani artisti esordienti prendono ispirazione dalle opere di Escher per creare quadri originali. Alla mostra infatti si ha anche la possibilità ammirare tavole contemporanee simili a quelle dell'artista ideatore.
Molto interessante è il confronto con due opere di Giambattista Piranesi, uno dei maggiori incisori del 1700, che già a suo tempo creava illusioni all’avanguardia. Come scritto in precedenza, la produzione di Escher ha ispirato molti stilisti, band famose e scenografi di tutto il mondo. Infatti nella mostra, in una sala dedicata, sono esposti abiti e accessori di note griffe, copertine di album di band come Pink Floyd e The Bravery e scene di film, tra i quali “Una notte al museo”. La mostra resta visitabile fino al 20 febbraio 2022, dando l’opportunità di proposte educative, visite guidate e laboratori progettati per le scuole di ogni grado e attività per le famiglie.
La lettura nelle opere d'arte
di Alice Petrozzi
Vincent Van Gogh, La lettrice di romanzi, 1888 |
“Sono cresciuto in mezzo ai libri, facendomi amici invisibili tra le pagine polverose di cui ho ancora l’odore sulle mani.”
Tale aforisma, pronunciato da Zafòn, rende ben chiaro a tutti, lettori e non, che i libri sono dei compagni d’avventura, degli amici con cui piangere e ridere, sono elementi imprescindibili della nostra vita. Dentro le pagine ci si rifugia nei momenti difficili, si fanno cadere lacrime di tristezza e di gioia e vi si imprimono sorrisi luminosi.
Le nostre mani sfiorano testi e volumi di ogni tipo con la grazia di una carezza e con la leggerezza di un bacio, poiché bramano di essere segnate dall’odore penetrante ma delicato della carta. La lettura è uno spiraglio di luce quando intorno non c’è altro che oscurità, apre dimensioni meravigliose permettendoci di immaginare o di sognare ad occhi aperti. Proprio riguardo a questo, il filosofo e saggista Michel Foucault diceva: “Per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna leggere”.
La lettura è quindi una chiave che apre finestre e porte interiori, così come lo sono i quadri in cui una grande quantità di artisti ha impresso sulla tela figure di donne e uomini con le mani poggiate su un buon libro e dentro gli occhi un universo inesplorato. Uno di questi capolavori è, ad esempio, “Giovane donna che legge” di Stevens del 1856. Tale opera raffigura una ragazza assorta tra le pagine di un libricino, sorretto dalla sua mano destra e appoggiato su un’ampia gonna bianca a balze.
Anche in “Villa Britannia” di Krohg del 1885, la protagonista dell’opera è una fanciulla seduta su una sedia di legno nel suo terrazzo da cui si può scorgere un incantevole paesaggio costellato da alberi. È molto significativo il fatto che, la donna, pur avendo di fronte a sé uno spettacolo naturalistico mozzafiato, preferisca indirizzare i suoi occhi alle pagine di un comunissimo libro che, per lei come per molti altri, è una calamita.
Anche il grandissimo Van Gogh ha voluto rendere omaggio alla sua intensa passione per la lettura attraverso la realizzazione della tavola “La lettrice di romanzi” del 1888. L’opera è molto semplice e meno rifinita rispetto ad altre dello stesso autore, eppure esprime a pieno la sua dedizione per la lettura grazie alle sfumature blande, alla libreria quasi trasparente sullo sfondo e alla naturalezza della scena.
“Lettrice in giardino” di Volegov è un dipinto catalizzante e ricco di colori vivaci che raffigura una giovane donna mentre legge, così come accade nel quadro “La lettrice” di Fragonard, in cui la protagonista è abbigliata con colori ugualmente vivaci.
Tante sono le opere d’arte raffiguranti personaggi immersi nelle pagine di delicati volumi: invito, dunque, tutti gli amanti della lettura a trovare quadri altrettanto apprezzabili! Se vi farete consigliare dai libri, sarà più semplice di quanto immaginiate perché, come sosteneva Eliot: “I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti”
Vladimir Volegov, Lettrice in giardino, 1970 |
CAFFÈ
La scienza avanza: a Brianza il primo robot umanoide per i lavori pericolosi
di Filippo Raggiunti
Si chiama RoBee il primo robot umanoide italiano per rimpiazzare l’uomo nelle mansioni ripetitive e pericolose, costruito da “Oversonic Robotics”, un’azienda brianzola nata nel 2020.
RoBee entrerà in commercio solo nel 2022, ma l’AD Paolo Denti afferma che stanno iniziando già ad avere i primi ordini.
Non è un giocattolo ed ha dimensioni umane: è alto circa 1,70 m e pesa tra i 65 ed i 75 kg, a seconda della configurazione scelta. RoBee è una macchina in grado di riconoscere gli umani con i quali interloquisce ed assumere un comportamento diverso e adeguato a ognuno. Ha una banca linguistica di 20 lingue ed è in grado di muoversi agevolmente nei posti di lavoro grazie a 40 giunture mobili che favoriscono il movimento di braccia e gambe.
Come afferma il presidente e co-fondatore dell’azienda: “Il robot funziona attraverso una batteria che offre un’autonomia di otto ore. Il suo sistema è gestito da tre potenti computer a bordo, che condividono il carico dei calcoli collaborando anche come sistemi ridondati di sicurezza. Un ecosistema in cloud fornisce le interfacce di controllo e consente di monitorare gli aggiornamenti in tempo reale sul livello di utilizzo di ogni componente, riducendo così drasticamente i fermi macchina e i possibili malfunzionamenti. Una macchina efficiente e interconnessa: più robot possono infatti collaborare tra loro e collaborare per eseguire un compito comune”.
I co-fondatori affermano che l’idea è nata sotto la pandemia pensando anche ad evitare l’alto rischio di contagio nei reparti dedicati alla malattia.
RoBee è anche in grado di sostituire l’uomo in ambito lavorativo non solo dal punto di vista professionale, ma anche da un punto di vista interattivo ed “umano”: infatti, l’umanoide brianzolo è capace anche di condividere le informazioni che accumula.
Per quando riguarda i costi si afferma che per i soli 50 esemplari in vendita l’anno prossimo, il prezzo di acquisto si aggira attorno ai 120mila € ad esemplare, e il prezzo di mantenimento annuo attorno ai 20 mila.
L’arrivo di RoBee comporta la nascita di una nuova economia e di un punto di svolta per l’industria italiana che con questa nuova invenzione, almeno per quanto riguarda il suolo nazionale, può aprirsi al mondo dell’informatica e al mondo delle nanotecnologie, purtroppo oggi sottovalutate, che possono però portare numerose migliorie per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, ma soprattutto per quanto riguarda la semplificazione delle nostre vite.
L’ACARO MAKEUP BLOG BY GIOIA
TOP 8 calendari dell’avvento 2021
di Gioia Brengola
Per noi amanti del beauty e del make-up esistono dei calendari dell’avvento a tema ed è proprio questo il periodo in cui si iniziano a comprare!
Oltre ad essere un modo molto carino per attendere il 25 Dicembre, è anche un modo per provare dei prodotti ad un prezzo più contenuto, dato che il calendario ha sempre un prezzo minore del valore dei singoli prodotti. Alcune aziende hanno iniziato a proporre i loro calendari già a fine agosto, pertanto se siete interessati ad acquistarne uno vi consiglio di non aspettare troppo o andrà sold out.
Infatti i calendari più economici sono già terminati, ma sono riuscita a stilare una lista di 8 calendari, a mio parere i migliori, per chi ha un budget massimo di €50. In questo articolo troverete sia il prezzo che il sito dove poterlo acquistare. In qualche caso ho lasciato a voi la scelta per il sito perché talvolta le spedizioni costano molto, quindi vi consiglio di non considerare solo il prezzo in sé, ma anche i costi di spedizione quando scegliete il sito.
Se non volete spoiler sul contenuto mi raccomando, non leggete l’ultimo punto di ogni calendario!
ESSENCE 24 Sparkling Moments of Joy
- potete trovare questo calendario su Douglas.it a €29,99 o su Kosmetik4less.de a €24,99
- cosa dovrei aspettarmi? All’interno c’è un buon bilanciamento tra make-up ed extra e i prodotti all’interno vi soddisferanno senza troppe pretese. Una volta aperto tutto avrete un buon bottino che per lo più potrete sfruttare tutti i giorni
- cosa contiene? Blush, illuminante, decorazioni viso e unghie, maschera idratante mani, smalto, top coat, 2 lime unghie, 2 pennelli e 1 scovolino per sopracciglia, matita nera occhi, piegaciglia, mascara, primer occhi, accessorio pulizia pennelli, spugnetta per correttore, specchio, elastici per capelli, scrub e balsamo labbra, rossetto, lucidalabbra
CATRICE Advent Calendar DIY
- Catrice propone due calendari DIY, da comporre da soli, il primo costa €29,99 su kosmetik4less e €34,99 su Douglas.it. L’altro costa €39,99 su Douglas.it
- cosa dovrei aspettarmi? La differenza sostanziale sta nel fatto che la versione più economica contiene più smalti, quindi se siete appassionati di unghie la prima versione fa per voi, altrimenti io trovo più accattivante il secondo tipo
- cosa contiene (quello da €39)? 4 palette occhi, palette viso, 2 pennelli, 2 primer viso, primer viso/fondotinta, primer occhi, 6 rossetti, matita labbra, 2 smalti, illuminante, gel sopracciglia, maschera labbra, mist corpo/capelli
MAKEUP REVOLUTION You Are The Revolution
- €45,45 su lookfantastik e €49,99 su pinkpanda
- cosa dovrei aspettarmi? è un calendario molto completo, aggiungendo correttore e/o fondotinta riuscireste a creare una full face senza nessun problema
- cosa contiene? 2 rossetti, 3 lucidalabbra, spugnetta, matita labbra, 2 ombretti liquidi, illuminante, blush, cipria, 2 matite per sopracciglia, gel sopracciglia, matita occhi, primer occhi, 2 palette occhi, 4 pennelli, specchietto
SEPHORA COLLECTION Holiday Vibes
- €39,99 su sephora.it
- cosa dovrei aspettarmi? Questo è un calendario che consiglierei più che agli appassionati di make-up, agli amanti del beauty e della cura della persona in generale
- cosa contiene? Salviette struccanti, patch naso, 2 maschere viso, maschera contorno occhi, 2 bombe da bagno, matita labbra, matita occhi, rossetto, 3 smalti, 2 ombretti, lima, acqua micellare, crema viso, scrub viso, scrunchie e 2 fermagli per capelli, specchietto, pop socket
DOUGLAS Lovely Advent Calendar Makeup
- €29,95 su Douglas.it
- Esiste anche la versione Luxury a €39,95 che ha alcune caselle più appaganti, in più la confezione ha uno specchio integrato ed è riutilizzabile come cofanetto makeup. C’è una terza versione da uomo sempre a €29,95
- cosa dovrei aspettarmi? questo è un calendario per chi vuole iniziare ad approcciarsi al mondo del beauty e del makeup, ci sono prodotti basilari.
- cosa contiene (versione lovely)? Eye-liner, palette occhi, mascara, mini bifasico, ombretto mono, matita occhi, 1 rossetto, 2 gloss, matita labbra, base e top coat per unghie, 3 smalti, piegaciglia, molletta per capelli, mini lima, mini pennello, mini scovolino per sopracciglia, specchietto, temperino, spugnetta, elastico capelli, mini panno struccante riutilizzabile
- cosa contiene (versione da uomo)? Balsamo dopobarba,2 bagnoschiuma da viaggio corpo+capelli, 2 bagnoschiuma, 3 maschere, 2 creme mani da viaggio, pietra pomice, pinzette, taglia unghie, forbicine, pettine, deodorante da viaggio, bomba da bagno, vasetto vuoto da viaggio, crema contorno occhi, crema viso, sapone da barba, gel viso, mini vaporizzatore per profumo, mini panno riutilizzabile per rimuovere maschere o pulire il viso.
Spero che questo articolo vi sia piaciuto e fatemi sapere quale acquisterete!
Lampi di genio
di Letizia Mecozzi
La rubrica LAMPI DI GENIO si propone di raccontare le idee brillanti e le illuminazioni di uomini che, grazie ad inventiva e a studi approfonditi, hanno cambiato il mondo e migliorato la vita. Alcuni di essi sono rimasti sconosciuti, altri sono entrati a far parte della storia.
Un lampo di genio è un'intuizione acuta che può essere improvvisa o che può generarsi nel corso di una ricerca. Anche se il lampo di genio dovesse scaturire per puro caso, magari da un evento fortuito, esso presuppone la presenza di una mente capace di coglierne al volo il significato.
Ma i lampi di genio non sono tutti uguali e anzi ne esistono molteplici: lampi di terra e di mare, lampi di civiltà, lampi classici, chimici, universali, elettrici, fulminanti, naturali, elettronici, lampi di vita e lampi di luce.
Oggi parliamo di lampi di genio classici... in particolare delle illuminazioni di alcuni matematici e astronomi che lavorarono alla prestigiosa Biblioteca Reale di Alessandria, la più grande e ricca del mondo antico e uno dei principali centri culturali ellenistici. Fondata dalla dinastia dei Tolomei all'inizio del III secolo, essa era gestita da un sovrintendente, il cui ruolo era molto autorevole.
Dopo la direzione di Apollonio Rodio, nella seconda metà del III secolo a.C., fu a capo della biblioteca il grande geografo, matematico, astronomo Eratostene. Egli ebbe un lampo di genio geografico: calcolò la misura del raggio terrestre ed ottenne una lunghezza della circonferenza della Terra che differisce solo del 5% del valore attualmente conosciuto. Più di duemila anni fa, quando non esistevano le sonde spaziali, quando la prima circumnavigazione del Globo era ancora molto lontana e senza l'ausilio di nessun mezzo tecnologico, Eratostene ebbe il suo lampo di genio, servendosi semplicemente di uno strumento chiamato gnomone, un bastone piantato verticalmente in un terreno pianeggiante. Studiandone l'ombra si possono seguire i movimenti del Sole durante il giorno e durante l'anno.
Eratostene sapeva che a Syene, città dell'antico Egitto, nel giorno del solstizio d'estate non c'era ombra, tanto che si riusciva a vedere il fondo dei pozzi. I raggi del Sole cadevano dunque perpendicolarmente a terra. Nello stesso giorno il geografo fece misurare l'ombra dello gnomone ad Alessandria. Grazie a tale misurazione e conoscendo la distanza tra Syene ed Alessandria, egli stabilì che la direzione dei raggi solari formavano un angolo di 7°12', pari ad un cinquantesimo di un angolo giro. Lampo di genio geografico! Eratostene dedusse che la circonferenza della Terra doveva essere 50 volte la distanza tra Alessandria e Syene, quindi 250.000 stadi, equivalenti a 39.000 km.
L'esperimento di Eratostene, nella sua semplicità concettuale, mostra tutta la potenza dell'intuizione geniale. Lo stupore di tale misurazione fu grande anche nell'antichità. Plinio il Vecchio la definì “impresa inaudita ma così semplice che è impossibile non credergli”.
Poco dopo, Ipparco di Nicea, collega di Eratostene, ebbe invece un lampo astronomico: calcolò la distanza tra Terra e Luna. Rilevò alla stessa ora la posizione della Luna rispetto a due stelle fisse, contemporaneamente ad un suo collega di un'altra città. Attraverso la triangolazione venutasi a creare idealmente, tenendo in considerazione l'orientazione terrestre, la posizione e l'inclinazione dei due punti, Ipparco determinò che la Luna distava dalla Terra circa 60 raggi terrestri. Quelle di Eratostene e di Ipparco furono intuizioni geniali per quei tempi.
Al prossimo lampo di genio!
Tra sogno e realtà
di Rebecca Nardoni
Quante volte ti sei svegliato e hai pensato: “che sogno senza senso ho fatto?”. In realtà, un sogno va letto in chiave simbolica e può rivelare le verità del nostro io più profondo.
Come ci riferisce Freud, però, “non vi sono sogni assolutamente razionali e che non contengano qualche incoerenza, qualche anacronismo, qualche assurdità", dunque non si possono sempre interpretare tutti i particolari. Alcune volte, infatti, certi elementi del sogno possono dipendere anche da fattori esterni: la nostra mente, sempre in attività, assimila gli stimoli, che ci bombardano persino durante il sonno, e li incorpora nei nostri sogni.
Ad esempio, secondo uno studio condotto dal professor Calvin Kai-Ching Yu dell’università di Hong Kong, la posizione in cui si dorme contribuisce a determinare l'attività onirica: infatti, dormire sul fianco destro comporterebbe dei sogni positivi, mentre dal lato sinistro negativi. Se da una parte la posizione supina favorirebbe incubi, dall’altra quella prona provocherebbe sogni erotici.
Altro fattore d'influenza sarebbe la temperatura: ad esempio, sognare il fuoco, che simbolicamente può essere interpretato in vari modi, come il risveglio della libido, può significare semplicemente che si ha caldo o la febbre. Anche l'udito può condizionare il lavoro onirico: ad esempio, la sveglia potrebbe manifestarsi nel sogno come un allarme.
Una ricerca pubblicata dal New Scientist, afferma che l'olfatto è in grado di influenzare i sogni, poiché gli odori accedono direttamente all'inconscio, dove hanno origine i sogni. Altro fattore di rilievo è il passato, sia vicino che lontano: spesso nei sogni troviamo un elemento della giornata appena trascorsa, allo stesso modo capita di frequente di sognare persone o luoghi che ci sembrano sconosciuti. In realtà, la nostra mente non è predisposta ad inventare nuove immagini, pertanto siamo in grado di sognare solamente volti e spazi che abbiamo già visto in passato, ma che non ricordiamo. Freud, infatti, spiega: “nulla che abbiamo posseduto mentalmente una volta può essere interamente perduto”.
Sogni d'oro…
It’s coming Rome: Nobel per la fisica 2021
di Susanna Sciarrotta
Giorgio Parisi, fisico teorico dell'Università Sapienza di Roma, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e vicepresidente dell'Accademia dei Lincei ha vinto il premio Nobel insieme ad altri due ricercatori. Non c’è bisogno di dire che è motivo di profondo orgoglio a livello nazionale.
Il premio verte in particolare sul contributo dato alla comprensione delle relazioni che ci sono tra il disordine e le fluttuazioni nei sistemi fisici, in particolare a quella che viene comunemente detta complessità. Per sistema complesso possiamo, in parole povere, riferirci ad un sistema in cui, cambiando di poco, le condizioni iniziali otteniamo risultati ed evoluzioni molto diverse tra loro.
Parisi ha studiato la struttura di materiali come il vetro, che hanno a livello microscopico una struttura disordinata simile a quella di un liquido, focalizzandosi in particolare su alcune strutture magnetiche dette "spin glass" (vetri di spin), individuando in seguito leggi matematiche. Per persone, come me, che non hanno gli strumenti per comprendere la complessità e la vera importanza di questa scoperta, ci sono gli altri due vincitori del premio Nobel, le cui ricerche virano su qualcosa che è a tutti più noto.
Si presenta la necessità di specificare una cosa: il clima è un sistema complesso, come lo sono quelli studiati da Parisi. Forse, ora, la scoperta diventa più imponente ai nostri occhi, è chiaro che la questione climatica interessa e riguarda tutti.
Syukuro Manabe ha dimostrato come l'aumento dei livelli di anidride carbonica nell'atmosfera sia causa dell’aumento delle temperature sulla superficie terrestre: il suo lavoro ha posto le basi per lo sviluppo degli attuali modelli climatici.
Klaus Hasselmann ha creato un modello che collega tra loro il meteo e il clima, così i suoi metodi sono stati usati per dimostrare che l'aumento della temperatura dell'atmosfera è dovuto alle emissioni umane di anidride carbonica e altri gas serra.
POESIE
Lucia Del Gatto |
Aereoplanino di carta
di Anonimo
Un foglio di carta
Fragile principio di creatività
Colorata della meraviglia
Di un bambino
Che lo vede volare,
Vede il vento,
Il foglio,
Vede la brezza che li fa vivere,
Che lo trasforma
Dal semplice e delicato
Rettangolo di carta
Ad un complesso e robusto
Aereo,
Che vive libero nel cielo
Ma limitato dai motori.
Ecco a te bambino
Un aeroplanino di carta
Limitato solo
Da ciò che lo rende davvero
Libero:
Il vento
di Emanuele Pistolesi
Volano
nell'aria
libere
frullano le
loro ali
delicate
nelle teste
tempestose le
note risuonano
dolci, nostalgiche
accendono il
cuore.
Futuro amore
di Laura Fiorella Necoara
Ho spesse volte chiesto
perché della tua assenza
e spesse volte cerco
la scusa che ho richiesta.
Dei tuoi sospiri manco
e allor sospiro io,
se non ho il tuo abbraccio
cerco l’abbraccio mio.
Del viso tuo invano
cerco scovare il tratto:
no ‘l sente la mia mano,
non l’indovina il cuor.
Futuro amore, intatto
è il vel che ci separa,
ma il petto ora impara
come amare allor.
di Mariam Soukrati
“Angélique”
Indissolubile nel tempo,
il nostro amore ha trasceso le ere, ma non ha conosciuto quella del ghiaccio.
“Il ghiaccio non ci appartiene, mio amore, noi siamo fuoco.
Ardo come arse Ilio al tempo del Leggendario, figlio del Tessalo e della Nereide.
Perché non lo capisci?
Ardo come arse Meleagro legato per tutta la vita ad un tizzone.
Toccami, amore toccami, brucia il mio corpo per passione.”
La toccai,
era gelida,
era la morte.
Me la prese delicatamente dalle braccia e se la portò via in una carrozza trainata da cavalli, verso un tempo che sa di eterno.
Ma a pensarci, mi assale una tristezza e pena terribile, perché lei non mi amava nemmeno.
OROSCOPO
L’ORACOLO DELL’ACARO
Responsi di Paolo Sandroni
Vignette di Ludovica Del Gatto
Ares (21mar-20apr): La terra che stai coltivando non produce più frutta. A casa tutti ti odiano, ma è meglio evitare il conflitto. La tua vita è tutta sbagliata e lo hai capito quando Zeus ti ha rubato la scena a quella festa. Un giorno però ti si presenterà una grande opportunità; tu coglila e ricomincia daccapo. Cambia i tuoi piani al più presto, se non vuoi cadere nella disgrazia.
-In realtà non so se questa opportunità arriverà o no- Buona fortuna.
Consiglio della Pizia: un nuovo taglio di capelli è già un ottimo inizio
Estia (21apr-20mag): Hai litigato di recente con qualcuno, ora sei in camera e non vuoi più uscire. Fai benissimo. Chi vuole uscì co sto freddo?! Ma è forse meglio restare a casa con i tuoi? Pensaci. È un brutto periodo per te: vorresti picchiare la gente senza sporcati le mani. Solamente il tuo partner ti capirà, dunque passate più tempo insieme e rafforzate il rapporto. I single troveranno invece conforto nel cibo.
Consiglio della Pizia: vizia te stesso quando nessuno ti guarda
Hermes (21mag-21giu): Sei così confuso da colpirti da solo. Vuoi andare a troppe feste, ma non riesci a decidere nemmeno quale personalità sarai oggi. Legall ha riaperto, ma tu non sei ancora pronto per questa vita. Ritroverai te stesso non prima della fine del mese.
Consiglio della Pizia: chiuditi in camera e studia
Era (22giu-22lug): C’è tanta tensione nell’aria e sei più permaloso del solito. Se vuoi vendicarti di qualcuno, assicurati prima che non avrai sensi di colpa perché, quando ti lamenti, non ti sopporta nessuno. Per quanto riguarda la famiglia e l’amore…beh…meglio non toccare questo tasto.
Consiglio della Pizia: la Pizia si rifiuta di rispondere
Zeus (23lug-22ago): Che cosa c’è di meglio di uscire e fare gossip con gli amici? Stare a casa a coccolare il tuo gatto. Hai bisogno di staccare la spina, ma questa “scorpio season” non ti dà tregua.
Fai un ultimo sforzo. Ricordati che sei la ragione di vita di molte persone e se crolli tu, crollano tutti. Vai a fare shopping quando sei triste.
Consiglio della Pizia: rompi la fenditura
Atena (23ago-22set): Lo scorso mese stavi male vero? Mercurio retrogrado ti ha messo KO e anche tutto quel vino che hai bevuto, ma non preoccuparti perché questo mese starai peggio! Continuano i cambiamenti improvvisi in tutti gli ambiti e ti provocheranno stress. Se riuscirai a gestire bene la tua vita andrà tutto bene. Rilassati e fai una skincare routine.
Consiglio della Pizia: mens sana in corpore sano
Afrodite (23set-22ott): Stai espandendo il tuo impero, Khaleesi. Forti alleanze e successo assicurato anche in amore. Sei inarrestabile, ma quanto ancora durerà questa fortuna? Non farti paranoie se tutto va bene (o almeno provaci per una volta!). Prendi vitamina A e ricorda di nutrire i draghi.
Consiglio della Pizia: you better work
Ade (23ott-22nov): È la tua stagione!! Le tue abilità psichiche sono molto potenti, quindi usale per fare del bene...o del male…l’importante è che ti diverti. Ares renderà la tua vita più speziata, ma spetta a te scegliere se rimanere calmo o scatenare la terza guerra mondiale, perché vuoi vendicarti per un torto subìto alle elementari. In ogni caso ci saranno delle conseguenze.
Consiglio della Pizia: non aprire quel vaso, Pandora
Dioniso (23nov-21dic): WOW! Che stile! Quei capelli sono divini! Finalmente tutti gli sforzi che hai fatto sono serviti a qualcosa!! Ovunque tu passi la gente si gira a guardarti, sei diventato un modello di vita e tutti ti adorano. Gioisci adesso finché puoi, perché non ti resta molto altro tempo.
Consiglio della Pizia: Che te lo dico a fare? Tanto non li ascolti
Artemide (22dic-20gen): Hai voglia di innamorarti, ma non ci credi nemmeno tu. Prendi consapevolezza di ciò che sei e va a caccia. Nel prossimo mese porterai a termine numerosi progetti grazie alla tua determinazione, ma ricorda sempre di ascoltare anche il parere altrui.
Consiglio della Pizia: “Ειπών ά θέλεις, αντάκουε ά μή θέλεις”
Prometeo (21gen-19feb): Hai appena trovato un portafoglio per terra. Che fai? Lo prendi o no?
Qual è la cosa giusta da fare?? E se ti vede qualcuno? Smettila di farti mille paranoie! La vita è molto più semplice di ciò che pensi. La fortuna è dalla tua parte.
Consiglio della Pizia: prendi quel maledetto portafoglio
Apollo (20feb-20mar): Questo mese è come l’hangover del mese scorso: meno azioni e più daydreaming. Ti sentirai sano come un Pesci (ah ah ah) e nell’amore sii più diretto. Tuttavia dovrai scegliere tra amici veri e amici falsi, perché il prossimo periodo avrai bisogno di molto aiuto.
P.S. Il tuo amico Dioniso è verissimo anche se non ti risponde ai messaggi.
Consiglio della Pizia: più dai, più ricevi
RICETTA
IN CUCINA CON GIOIA
Zucchette al cioccolato
di Gioia Brengola
Cari ragazzi, per questa edizione speciale di Halloween vorrei proporvi un dolce esteticamente alternativo, ma non per questo meno buono! Ho pensato a degli squisiti biscotti ripieni di cioccolato a forma di zucca, ma potete decidere voi a chi farli assomigliare. E dato che Halloween è sinonimo di zucca per me, questo sarà un impasto alla zucca. Ecco a voi le zucchette al cioccolato!
INGREDIENTI:
280 g di farina;
100 g di burro;
150 g di zucca;
1 tuorlo d’uovo;
120 g di zucchero;
1 pizzico di cannella in polvere;
1 pizzico di bicarbonato di sodio;
colorante alimentare liquido arancione (facoltativo);
1 pizzico di sale;
nutella q.b.
DIFFICOLTÀ RICETTA: FACILE
TEMPO PREPARAZIONE: 35/40 MIN.
TEMPO COTTURA: 10 MIN. CIRCA
PROCEDIMENTO: come prima cosa pulite la zucca, tagliatela a tocchetti e cuocetela in una padella con un goccio di acqua. Dopo un po’ mettetela in un mixer e riversate la zucca in padella per farle finire la cottura, fino a che non risulterà abbastanza asciutta. Lasciatela ora raffreddare.
Unite burro, zucchero, cannella, sale e poi farina e bicarbonato setacciati. Aggiungete in seguito la zucca, il tuorlo d’uovo e il colorante alimentare che renderà le vostre zucchette ancora più arancioni. Dopo aver formato una pallina con l’impasto riponetelo in frigo per 1 ora.
Trascorso il tempo di riposo stendete l’impasto ad un’altezza di 3-4 mm circa e iniziate a creare le vostre zucchette. Se non avete degli stampini potete divertirvi a tagliare la frolla con il coltello o crearvi prima un cartamodello con la carta da forno che poi seguirete sempre con il coltello. Ogni biscotto ripieno avrà due “facce” tra cui metterete poi la cioccolata, quindi cercate di fare dei biscotti di numero pari. Ovviamente oltre che a zucche potete creare fantasmini, teschi e ciò che più vi piace!
Infornate in seguito i biscotti a 180° per 10 min circa. Una volta che si saranno raffreddati del tutto prendete un biscotto, metteteci la nutella sopra e chiudete sopra con un altro biscotto. Dopo di che arriva la parte più bella: mangiarli!
Spero che la ricetta vi sia piaciuta e… buon Halloween 🎃!
IPSE DIXIT
Ferracuti sputa mentre parla: “Che è partito un virus?”
Castiglioni all’alunno con gli auricolari: “Cosa stai ascoltando?”
Alunno: “Niente!”
Castiglioni: “Eh, appunto, segui la lezione…”
Foglini stremato dagli alunni: “Quando sento quello che sento, certe volte…(pausa tragica) mi viene voglia di diventare talebano!”
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La Redazione